Il batterista comasco si racconta, tra prestigiose collaborazioni e una lunga esperienza come docente di strumento

Protagonista della scena musicale comasca, spesso sul palco di un club lariano – l’Officina della Musica – che si distingue per le proposte di qualità. Storico collaboratore di alcuni tra i più grandi nomi della canzone italiana. Componente di formazioni che hanno avuto notevoli riscontri in patria e all’estero. E, non ultimo, docente che festeggia quarant’anni di insegnamento. Tutto questo è Marco Porritiello, musicista che oggi ho l’onore di ospitare nel mio blog.

Ciao Marco, benvenuto nel mio blog!

Sei un protagonista della scena musicale comasca, jazz e non solo. Il Como Jazz Club nacque circa quarant’anni fa e mi risulta che all’epoca il panorama fosse molto vivace… Come descriveresti la situazione attuale?

Il Como Jazz Club nacque negli anni Ottanta e aveva sede a Casate, vicino al palazzetto del ghiaccio, in un locale isolato, dove in quegli anni prenotarsi per fare delle prove era molto difficile e, a volte, gli orari erano i più impensati, proprio perché c’era una grande richiesta. La situazione di allora era non solo vivace, ma molto concorrenziale. Le band si alternavano ed i concerti erano molti, e diffusi sul territorio. Per quanto mi riguarda, io fondai, insieme ad altri musicisti nostrani, la Big Band-It, un’orchestra di una ventina di elementi molto rinomata, con la quale realizzammo anche due CD, il primo nel 1994 dal titolo Bandit ed il secondo nel 1999, intitolato O sole miope. Questa formazione ebbe un notevole successo, al punto di andare in tour anche in Finlandia. Oggi le giovani leve sono in forte crescita, ma la situazione musicale non è più rosea come allora: concerti rari, problematiche dei locali, concorrenza spietata… insomma più difficoltà, oggi, rispetto ai miei tempi.

Le collaborazioni che puoi vantare sono prestigiose: hai lavorato per più di dieci anni con Alberto Fortis, ma hai suonato anche con Claudio Baglioni, Lucio Dalla, Rossana Casale...

Le collaborazioni che ho avuto, in effetti, sono state molto prestigiose. Con la Big Band ebbi l’occasione di suonare con Lucio Dalla che si esibì con il clarinetto in versione jazzistica… fu fantastico. Le esperienze fuori dal jazz arrivarono collaborando con Alberto Fortis, che per una decina di anni, dal 2002 al 2013, mi portò a conoscere e ad accompagnare artisti quali Rossana Casale, Ivana Spagna, Gatto Panceri e moltissimi altri…

Tra tanti personaggi, ce n’è uno al quale sei più legato, o insieme al quale sei stato protagonista di un episodio particolarmente significativo?

Credo che il legame più forte sia proprio con Alberto, con il quale si è creato anche un rapporto di amicizia e stima reciproca. Con lui ho suonato anche in due dischi dal vivo. Quanto agli episodi, sono stati tanti e trovarne uno più significativo di altri è difficile. Forse il più emozionante ebbe luogo a Lampedusa, nel settembre 2011. Qui Claudio Baglioni organizzava ogni anno una grande kermesse, chiamata O’scià, 5 giorni di concerti che coinvolgevano moltissimi big della musica italiana.  In quell’occasione, dopo aver suonato con la coppia Fortis – Baglioni che duettarono in La sedia di lillà, nel dopo concerto, a cena, mi sono trovato con seduti dietro di me Jovanotti, Pino Daniele, Loredana Bertè, Claudio Baglioni, Zucchero, Amedeo Minghi, Red Canzian… che dire… un’emozione unica!

Nei primi anni Duemila hai fatto parte dei Wave Flow, una formazione acid jazz/soul/fusion con la quale hai realizzato due album, Moving Smootily And Steadily (2003) e Sulla terra (2007), che ha avuto successo non solo qui da noi, ma anche in Svizzera e in Germania. Ricordiamo che il gruppo era composto, oltre che da te, dalla vocalist Irina Simoneta, che successivamente ha intrapreso la carriera solista, dal pianista Gabriele Pezzoli e da Mauro Fiero al basso e alla chitarra, più molti altri musicisti ospiti. Che cosa ti ha lasciato questa esperienza?

L’esperienza con i Wave Flow è stata meravigliosa… un sound coinvolgente, con un seguito di pubblico notevole. Abbiamo girato davvero tante piazze, partecipando a numerosi concerti, anche importanti, tra cui il Festival Jazz di Montreaux, il Blues To Bop e l’Estival Jazz di Lugano ed altre manifestazioni, in Svizzera, in Germania e in Italia, con notevoli riscontri. Un periodo che sul più bello, per scelta di un componente della band, si chiuse, lasciandomi un grosso amaro in bocca. Ancora oggi, i commenti di chi ci ricorda sono i soliti: “Perché vi siete sciolti?”, “Perché non avete continuato con i sostituti?”. Insomma… ciò dimostra che il lavoro svolto è stato indimenticabile.

So che hai una lunghissima esperienza come insegnante di batteria presso diverse scuole. Quando hai capito che suonare questo strumento sarebbe diventata la tua professione? Ci sono dei batteristi che sono stati per te modelli a cui ispirarti, quando hai iniziato? E che consiglio daresti ad un giovane che volesse diventare musicista professionista?

Quest’anno entro nel 40esimo anno di insegnamento, attività che porto avanti tra Italia e Svizzera (in particolare, Marco insegna presso due scuole: “Nota su Nota”, associazione alla quale è legata “L’Officina della Musica” di Como, e “Jardin Musical” di Bellinzona, ndr.) Oggi rivedo molti miei allievi, diventati a loro volta insegnanti e musicisti di talento. Nel 1978, anno in cui ho iniziato i miei studi, la mancanza di possibilità economiche ed i costi proibitivi degli strumenti mi portarono a studiare su “pseudo-batterie” formate da fustini cilindrici e coperchi di vecchie padelle, fino all’arrivo della prima batteria acquistata a fatica dai miei genitori, motivo per cui il mio desiderio di non deluderli era enorme e quindi la mia responsabilità ed il mio impegno furono ancora maggiori. Già dopo tre anni iniziai ad avere i primi allievi a cui insegnare e, ad oggi, grazie anche alle qualità da loro dimostrate, sono sempre più orgoglioso di ciò che ho creato. I batteristi a cui mi sono ispirato sono tantissimi; quelli più vicini alla mia sensibilità sono Dave Weckl e Steve Gadd, ma a ruota ne seguono molti altri. Oggi l’insegnamento è semplificato dall’aiuto di Internet e per i giovani è molto più facile stare al passo con i tempi, senza dimenticare che lo studio e la pratica sono fondamentali per arrivare ad essere qualcuno.

A parte l’insegnamento, ci sono dei progetti ai quali stai lavorando in questo periodo? E quali sono i tuoi programmi per l’immediato futuro?

In questo periodo un po’ “particolare” molti progetti sono sospesi, ma nell’aria ci sono collaborazioni future con artisti importanti e sono previste serate sia in Italia che all’estero. In particolare, sto collaborando con vari gruppi, tra cui Struttura&Forma, una storica band rock-prog, originaria di Genova, con cui a breve uscirà un secondo CD con musiche originali. A questa formazione è legato un episodio di cui vale la pena di parlare. Essa era nata negli anni Settanta per iniziativa di Franco Frassinetti e Giacomo Caliolo, si è in seguito ricomposta, coinvolgendo anche me e altri nuovi membri, ed ha realizzato nel 2008 un bellissimo spettacolo dedicato a Salvatore Quasimodo, intitolato appunto “Quasimodo Project”. In esso l figlio del poeta, Alessandro, recitava le liriche del padre con il nostro accompagnamento musicale. Sono andate in scena due repliche in Sicilia quell’anno, ma sarebbe bello riproporlo. Il primo album dopo la reunion di Struttura&Forma si intitolava One Of Us ed ha avuto riscontri molto positivi.

Vorrei anche ricordare la mia oresenza nell’Orchestra Filarmonica di Castagnola, con la quale ho realizzato un album live, registrato durante un concerto al LAC di Lugano il 20 gennaio 2019, basato sulle colonne sonore di maestri come Ennio Morricone e Nino Rota. Con l’orchestra dovrei tornare a suonare al LAC nei prossimi mesi. Infine vorrei ringraziare UFIP (Unione Fabbricanti Italiani Piatti), un’azienda che produce piatti musicali da oltre 90 anni, della quale sono endorser, per il rapporto di fiducia e collaborazione ormai trentennale.

Ringrazio Marco Porritiello per la sua disponibilità e cordialità, in attesa di rivederlo al più presto su un palco!