Il cantautore comasco racconta i suoi progetti tra musica, cucina ed impegno sociale

Musica e cucina hanno in comune l’alchimia di elementi che vanno opportunamente dosati e miscelati per ottenere un risultato equilibrato, gradevole, convincente. Entrambe sono attività che richiedono energia, che vanno praticate con passione: se si suona o si prepara un piatto senz’anima, senza metterci il cuore oltre che il cervello, il risultato sarà superficiale, deludente. Musica e cucina necessitano inoltre di impegno, di dedizione, di pratica: non ci si può improvvisare musicisti e salire su di un palco impreparati, come non si può mettersi ai fornelli e preparare un pasto per tante persone senza aver sperimentato prima la ricetta… Ci si potrebbe chiedere, a questo punto, se chi possiede talento in ambito musicale sia anche un cuoco sopraffino: tuttavia, a parte Joe Bastianich, che oltre ad essere uno chef di fama mondiale è anche chitarrista e frontman di una band, gli esempi di questo tipo non sono molti. Il capoluogo lariano, però, può vantare di aver dato i natali ad un personaggio come Cristiano Stella, cantautore ed animatore della scena musicale comasca (fa parte dello staff dell’Officina della Musica), dotato anche di una formazione nell’ambito della ristorazione che egli ha messo in gioco in svariati progetti che legano, appunto, l’arte culinaria a quella delle sette note.

photo by Gin Angri

Nel corso di una lunga conversazione, ho ripercorso insieme a Cristiano le tappe della suo percorso artistico e personale.

Ciao Cristiano, benvenuto nel mio blog! Cominciamo dai tuoi esordi: a quando risale il tuo ingresso nel mondo della musica?

Nel 1999-2000 militavo in una formazione chiamata Dream Band con i musicisti Cinzia Morandin e Giorgio Masi . Realizzammo un album dal vivo, Santi e passanti, registrato a Cerano d’Intelvi con la complicità al mixer e alla registrazione di Speedy Angel (compianto e mai dimenticato membro dei Potage). I brani, dei quali io ero autore di testi (con Mauro Fogliaresi e Vito Trombetta, poeta lacustre, che firmò un brano per quel disco) e musica, erano forse ancora ingenui, ma contenevano già le potenzialità che ho avuto modo di esprimere in seguito.

photo by Gin Angri

Negli anni successivi hai fondato una band dal nome emblematico, i P.A.S.P.O. (Pronta Azione Soccorso Pro Operaio), la cui sigla ancor oggi ti contraddistingue…

La band nacque durante la mia esperienza lavorativa alla Stamperia di Camerlata. Lì incontrai i musicisti con cui dare vita al gruppo: c’era Davide Prestinari (che non prese parte al progetto musicale ma da cui presi lezioni di chitarra), Alessandro Pisaroni (che poi divenne il nostro fonico) ed Enzo Carvelli, chitarrista. Questo è il “nucleo storico”, presente tuttora nelle serate PASPO & Friends. Arrivarono in seguito il bassista Matteo Ciolo, il batterista di estrazione reggae Lele Dell’Acqua, Marco Pollini (il Marcu de La Guasta dei De Sfroos) e vari componenti che si sono avvicendati nel tempo, tra cui spicca il nome di Simone Riva alla chitarra elettrica. Nel 2005 pubblicammo il nostro primo EP, Il venditore di anime. Nel disco suonarono eccellenti strumentisti come Marco Porritiello alla batteria, Paolo Rossetti al basso, Daniele Mordazzi alle percussioni e poi Michela Domenici ai cori. Esso includeva uno dei brani a me più cari, tra tutti quelli che ho scritto, vale a dire Canzone per Lucia. Tutto il disco, a mio avviso, rivela un aumento delle nostre capacità espressive, ma anche la volontà di utilizzare la musica come strumento di promozione sociale, per andare incontro al disagio altrui. Lucia parla proprio di questo: racconta di una donna che ha condotto una vita di sacrifici e che vorrebbe emanciparsi dalla propria condizione, per acquistare una dimensione di libertà interiore, oltre che esteriore.

In seguito mi risulta che per qualche anno tu ti sia allontanato dalla scena musicale… come fece John Lennon dopo la nascita del figlio Sean, mi verrebbe da dire!

Anche nel mio caso si trattò di cinque anni di “pausa”, durante i quali mi ero trasferito a Carcente, sopra Menaggio, per vivere un’esperienza a contatto con la natura, riscoprendo il valore della manualità, di uno stile di vita essenziale. Ma, chiusa questa parentesi, mi rimisi di nuovo in attività, questa volta per realizzare un autentico progetto a sfondo sociale.

Si tratta di “Oltre il Giardino Project”… vuoi spiegarci di che cosa si tratta?

Siamo nel 2008. Questo progetto di sensibilizzazione e aiuto nei confronti dei portatori di disagio psichico venne promosso da Mauro Fogliaresi, poeta, scrittore ed operatore nel volontariato, insieme al musicista Paolo Fan e alla cantante Marta Orlando, Igor Congedo al violino e Simone Riva alla chitarra, contrabbasso e mandolino. Realizzammo uno spettacolo di teatro-canzone a Mantova, un libro-CD intitolato Nessuno è perfetto e avemmo occasione di portare anche a Roma, in Campidoglio, una performance intitolata Non tutti i matti vengono per nuocere, della quale anche venne realizzato un CD. Essa era basata sullo sviluppo di un racconto dello stesso Fogliaresi. Tutti i musicisti che vi parteciparono dimostrarono grande sensibilità ed empatia. Dell’ensemble facevano parte anche vorrei Giovanni Colombo alla fisarmonica e la violinista Dan Shim Sara Galasso, al violino che sostituì Igor Congedo.

Facciamo un salto ed arriviamo al 2017, anno in cui viene aperta l’Officina della Musica di Como…

In quell’anno io stavo ancora portando avanti il progetto di promozione culturale e sociale “Oltre il Giardino”. Nel contempo, però, avendo una formazione come cuoco, decisi di sperimentarmi in questo settore, operando come volontario alla mensa dei poveri di Sant’Eusebio, sempre a Como. Nel frattempo l’Officina, nata come club di musica dal vivo, necessitava di qualcuno che curasse l’aspetto della ristorazione. Tramite un amico, il musicista Mario Bargna, entrai in contatto con questa realtà e riuscii ad inserirmi come collaboratore. Con Max Pini, cuoco “clandestino”, abbiamo poi dato vita ad uno spettacolo, Kitchen Cabaret, che abbiamo riproposto per tre stagioni: lui era il cuoco affabulatore che cucinava sul palco e io lo accompagnavo con le mie canzoni.

photo by Gin Angri

Nel frattempo l’Officina, con le sue proposte musicali di alto livello, si confermava come uno dei punti di riferimento per la musica dal vivo in ambito comasco… ma poi è arrivata la pandemia! Eppure siete riusciti a trovare uno spiraglio di luce,  sempre in nome dell’accoppiata musica/cucina…

Già durante il primo lockdown lo staff del locale aveva iniziato a riflettere sulla realizzazione di un progetto che consentisse la ripartenza delle attività. Durante il secondo lockdown l’idea prese forma in quello che doveva diventare Musica Nuova in Cucina: un libro/CD sul rapporto tra i musicisti ed i loro gusti in fatto di cibo, basato su interviste e racconti, con una ricetta ed un brano musicale per ciascuno di loro. All’interno di una vaschetta in alluminio per alimenti, 13 libretti, uno per ogni artista, ed un disco con altrettanti brani costituiscono questa originale raccolta, realizzata con il contributo di personaggi che più volte si sono esibiti sul palco dell’Officina (Tony Princiotta, Alfredo Scogna, Paolo Fan, Renato Franchi, Federico Sirianni, Andrea Parodi, Bocephus King, Marta Ferradini, Francesco D’Auria, Franco Silano, Guido Bergliaffa e Piero Cassano) e, naturalmente, il sottoscritto… ho inserito Canzone per Lucia e la ricetta delle “vrasciuole di patate”, un piatto “povero” ma molto gustoso, di origine calabrese, che richiede una certa manualità nella preparazione. Anche questo progetto ha finalità sociali, oltre che culturali… si tratta infatti di un prodotto corale ed inclusivo, a cui hanno collaborato moltissime persone, tra cui delle lettrici che hanno realizzato l’audiolibro.

(link all’articolo su Musica Nuova in Cucina: https://marynowhere.com/2021/10/04/soul-kitchen/)

Visto che siamo arrivati al presente, parlaci dei tuoi ultimi progetti…

Tutti i giovedì conduco un format sul web di Ciao Como dal titolo Cookin’ Music, insieme a Max Pini e Piergiorgio Ronchi di Cucinantica , in cui partendo da un brano musicale suggeriamo l’accompagnamento culinario più adatto e la birra ideale.  Ci sarà inoltre l’evoluzione/prosecuzione di Kitchen Cabaret che è Kitchen Podcast, ma al momento preferisco non anticipare nulla … sarà una sorpresa. Il mese scorso ho organizzato, come faccio ogni anno per il mio compleanno, la serata “Paspo and Friends”, una sorta di jam session strutturata in compagnia di tanti amici e musicisti come Renato Franchi, Marco Porritiello e Alessio Brunialti, in cui ho eseguito alcune delle mie composizioni più recenti, come La zona rossa, in cui parlo della recente esperienza della pandemia senza mezze misure, in termini di segregazione, invitando chi mi ascolta a rischiare, a mettersi in gioco per trovare soluzioni di vita costruttive in questa situazione che noi tutti (e in particolare il settore della musica live) stiamo vivendo.

Ringrazio Cristiano per la coinvolgente chiacchierata… ci rivediamo presto in Officina, e intanto in bocca al lupo per le tue attività!