A Gavirate l’ “Alzheimer Fest” con un programma ricco di eventi fino al 3 luglio

Rivolgere uno sguardo nuovo verso l’altro, sollevando il velo di indifferenza che talvolta ci separa dalla realtà dei meno fortunati, ma anche dalla diversità e dalla bellezza che ci circondano. Considerare i vuoti di memoria come altrettante porte e finestre verso una visione alternativa e comprensiva di ogni aspetto della realtà. L’arte può aiutarci a raggiungere questa dimensione, sensibilizzando un numero sempre maggiore di persone verso tematiche importanti e aiutando coloro che si trovano in una condizione di malattia o difficoltà a riscoprire il valore di piccoli gesti che aprono varchi di speranza per affrontare al meglio le sfide della quotidianità.

“Oltre l’indifferenza” è il significativo titolo della mostra che dal 25 giugno fino al 3 luglio si terrà al Chiostro di Voltorre, nei pressi delle sponde del lago di Varese. L’installazione fa parte di una manifestazione più ampia, “In viaggio con l’Alzheimer Fest”, che ha luogo a Gavirate (VA). Si tratta di un’iniziativa – nata nel 2017 – dedicata alla sensibilizzazione nei confronti della malattia e al sostegno delle persone che ne soffrono e dei loro familiari. La mostra al Chiostro fa dunque parte di un ricchissimo programma di eventi culturali e di intrattenimento che si svolgerà nell’arco di otto giorni: l’ultimo weekend di giugno e il primo di luglio sul lungolago della cittadina e nello spazio dell’abbazia, aperto invece tutti i giorni, come punto focale. Laboratori creativi, dibattiti, attività di aggregazione, spettacoli di vario genere, concerti di musica classica, jazz, folk e canzone d’autore si rivolgeranno ad un pubblico variegato, coinvolgendo anche bambini e famiglie, studenti, persone affette da demenza senile ed ospiti delle RSA, con la partecipazione di operatori e specialisti del settore assistenziale. L’Alzheimer Fest è stata promossa dall’associazione “Progetto Rughe” in collaborazione con enti locali, fondazioni e volontari provenienti da varie realtà del territorio.

Nella meravigliosa cornice del chiostro sarà visitabile l’esposizione delle opere degli artisti Flavio Pagano, Nino Rovatti, Felice Tagliaferri, Simona Atzori, Santina Portelli, del fotografo Maurizio Cansone e degli studenti del Liceo Artistico “A. Frattini” di Varese, oltre ai manufatti realizzati dagli ospiti dei laboratori per malati di demenza. L’edificio fa parte di un complesso edilizio risalente al XII secolo, periodo in cui in Italia nacquero comunità di monaci cluniacensi che fondarono numerose abbazie. I religiosi abbandonarono questa residenza nel 1798, dopo la requisizione dei monasteri in seguito ai decreti napoleonici; essa fu poi danneggiata da un incendio nel 1913 ed in seguito, dichiarata monumento nazionale, ha subito una serie di interventi di restauro. Il porticato è ricoperto di travi in legno, mentre le snelle colonne sono cilindriche o ottagonali e hanno differente altezza a causa della diversità dei capitelli. Questi ultimi sono decorati da motivi geometrici, vegetali, umani, animali o raffigurano creature di fantasia, come le sirene. Si tratta, dunque, di un ambiente ricco di fascino, il luogo ideale per eventi a carattere culturale, religioso e spirituale.

All’ingresso, la prima opera visibile è l’installazione “migrante” uMani, realizzata da Flavio Pagano e Raffaella Megliola. Si tratta del contorno di quattro mani in ferro battuto, di dimensioni diverse (due di adulti e due di bambini), a voler rappresentare la durezza della vita e la leggerezza dell’amore, la volontà di resistere, la richiesta di aiuto, i gesti di affetto. Collocate in spazi diversi nel viaggio che stanno compiendo in varie manifestazioni della penisola, le mani possono dunque assumere connotazioni e suggestioni diverse, ma portano sempre con sé un messaggio di solidarietà e di inclusività contro ogni forma di indifferenza.

Al centro del chiostro, nel prato, trova spazio l’installazione “Città Distorta”, realizzata dagli studenti della classe 3H del liceo Angelo Frattini di Varese mediante l’utilizzo di lenti colorate per occhiali, materiale di scarto di un’azienda della zona. Gli elementi eliminati dalla filiera produttiva divengono così decorazioni multicolori sulla superficie di grattacieli, a loro volta costruiti con prodotti di recupero, restituendo nuova vita ad oggetti abbandonati e permettendo libera espressione alla creatività dei giovani autori. La lente, concava o convessa, ha la capacità di distorcere le immagini e di consentire uno sguardo differente, o migliore, rispetto alla realtà circostante. Le percezioni individuali, dunque, si integrano in una visione più ampia, collettiva e solidale, pertanto l’opera veicola un messaggio importante e coerente con le finalità dell’iniziativa.

Al piano terra sono inoltre esposte le straordinarie sculture in marmo del non vedente Felice Tagliaferri. Esse, come spiega l’autore stesso, nascono nella sua mente e in seguito prendono forma grazie alle sue sapienti capacità tattili. L’artista ha collaborato con alcuni dei più importanti musei al mondo, come quelli Vaticani; tra le opere più importanti, la Pietà Ribaltata, in cui Cristo tiene in braccio Maria, volendo alludere ai gesti di cura dovuti dai figli nei confronti dei genitori.

Intensi e sereni volti femminili sono poi quelli rappresentati nei dipinti di Simona Atzori, danzatrice e pittrice, realizzati, come afferma la stessa artista, con “due piedi e un sorriso”. “Ho imparato a non definirmi per ciò che mi manca, anzi, ciò che gli altri vedono come mancanza è la mia vera forza” ha dichiarato Simona. Ella realizza autoritratti e ritratti di persone care con l’intento di raffigurare l’essenza, la profondità degli individui, dando vita ad autentici “dialoghi con l’anima” (questo il titolo della serie di quadri da lei realizzati ultimamente).

Al piano superiore trovano quindi posto i dipinti realizzati con la bocca da Santina Portelli, recentemente scomparsa. I soggetti raffigurati sono di vario genere, dai paesaggi a quelli di tipo religioso. La sua pittura ha subito, nei decenni, un’evoluzione: dall’urgenza espressiva del primo periodo, una sorta di incontro-scontro con la realtà, alla maggiore distensione delle ultime opere; nel mezzo, il viaggio alla scoperta di sé anche grazia al conseguimento della laurea in Psicologia clinica e all’attività di formatrice.

“I giovani belli sono incidenti di natura, ma gli anziani belli sono opere d’arte”: da questa affermazione di Eleanor Roosevelt è idealmente partito il progetto della mostra fotografica di Maurizio Cansone, presidente della fondazione RSA Vaglietti-Corsini di Cologno al Serio (BG). Gli ospiti della residenza, insieme ad alcuni operatori, hanno interpretato alcuni famosi dipinti di Caravaggio, in una visione inedita che ha messo al centro la bellezza intrinseca della persona.

I volti che portano i segni del tempo acquisiscono dignità, autenticità e individualità nell’impersonare attivamente i soggetti. Le “Ombre e Luci” che danno il titolo all’iniziativa non sono solo quelle che contraddistinguono lo stile del pittore lombardo, ma rievocano anche la condizione di difficoltà (l’ombra) e il riscatto da quest’ultima tramite il gesto artistico (la luce), dando vita ad un insolito modo di prendersi cura delle persone che fa emergere la loro unicità.

Nelle altre sale del chiostro sono poi esposti lavori realizzati dagli studenti del liceo varesino, dagli ospiti della Fondazione “Il Melo” di Gallarate e dai partecipanti ai laboratori creativi organizzati dal “Progetto Rughe”, oltre alle originali “sculture da testa” di Nino Rovatti.

L’inaugurazione dello spazio espositivo nella mattinata di sabato 25 giugno è stata accompagnata da un momento musicale curato da Renato Franchi con Dan Shim Sara Galasso al violino e Viki Ferrara e Gianfranco D’Adda alle percussioni. I musicisti sono poi stati protagonisti, nel pomeriggio, di un altro episodio molto significativo, una performance realizzata dal gruppo teatrale Le Compagnie Malviste. Sul lungolago di Gavirate è stato installato un lungo telo bianco, a voler rappresentare il “velo di Maya” che simboleggia l’incapacità di andare oltre le percezioni ordinarie e che preclude l’accesso all’autenticità del reale.

Mentre la band eseguiva il brano Se mi guardi vedi (scelta quanto mai appropriata) su una piattaforma in mezzo al lago circondata dalle imbarcazioni della ASD Canottieri di Gavirate e la danzatrice Letizia Dradi realizzava una elegante coreografia, il telo è stato “squarciato” da alcune aperture, a voler rappresentare i “Buchi nella Memoria” (questo il titolo della performance ideata da Michele Farina) dei malati di Alzheimer, che possono trasformarsi in altrettante porte e finestre che conducono a sguardi inediti verso la bellezza e l’inclusività. La canzone La Cura di Franco Battiato ha concluso questo emozionante evento sullo sfondo dello splendido panorama lacustre.

Franchi e i suoi musicisti saranno poi protagonisti, insieme a Massimo Bubola, di un concerto che si terrà il prossimo 1 luglio sempre al Chiostro di Voltorre. Le iniziative sul lungolago proseguiranno per tutta la giornata di domenica 26 giugno e nel fine settimana seguente, mentre la mostra al chiostro, ad ingresso libero, sarà visitabile il sabato e la domenica dalle 10 alle 18 e gli altri giorni dalle 15 alle 18.
La manifestazione di Gavirate è un esempio di come l’arte, la musica e la solidarietà possano davvero essere antidoti alla “globalizzazione dell’indifferenza (espressione, quest’ultima, di Papa Francesco) e dare un contributo alla costruzione di un mondo diverso, attraverso sguardi attenti, trasversali e differenti sulla realtà.