Sul palcoscenico rescaldinese si svolsero prove di concerti ed una significativa attività teatrale fino alla sua chiusura nel 1998
Il Teatro La Torre di Rescaldina è senz’altro uno dei luoghi in cui si è svolta una parte significativa, anche se misconosciuta, della storia della canzone italiana tra i primi anni Settanta e l’inizio dei Novanta. Esso non ha acquisito notorietà al di fuori dell’ambito locale perché, nonostante fosse frequentato dai ‘big’ del panorama musicale nostrano, era di fatto uno spazio ‘di servizio’ nel quale gli artisti provavano i propri brani in preparazione alle tournée.

La location risultava particolarmente ‘strategica’ per la vicinanza con Milano, ma al tempo stesso era lontana dalla confusione della metropoli e aveva inoltre il vantaggio di essere situata nei pressi della sede della EMI, a Caronno Pertusella (VA), e della ditta di forniture ‘Milano Music Service’. Sul palco del cineteatro progettato da Vico Magistretti si avvicendarono, nell’arco di circa due decenni, stelle del firmamento musicale come Franco Battiato, Fabrizio De André, PFM, Roberto Vecchioni, Mango, Alice, Garbo, Giuni Russo, Alice, New Trolls, Eugenio Finardi, Stormy Six, Elio e Le Storie Tese, Eros Ramazzotti, i quali, inoltre, offrivano alla popolazione locale concerti gratuiti come “date zero” dei loro tour.


I primi anni Ottanta furono sicuramente il periodo in cui il teatro fu maggiormente frequentato da musicisti affermati. Ma anche giovani emergenti come Garbo ebbero occasione di passare di lì. Il cantautore milanese, nel 1981, pubblicò il suo primo album, “A Berlino va bene”, il 21 settembre, lo stesso giorno in cui uscì “La voce del padrone”, il disco che portò Franco Battiato ai vertici delle classifiche. “La prima volta che sono stato al teatro La Torre era il 1981, appunto” ricorda Garbo. “Battiato doveva cominciare il tour de ‘La voce del padrone‘ e io aprivo i suoi concerti come supporter. Fu una lunga e bellissima tournée, le cui prove vennero effettuate, appunto, nel cineteatro. L’anno seguente, poi, tornai a Rescaldina per provare il mio tour personale, in cui presentavo sia i pezzi del mio primo album che del successivo, ‘Scortati‘ ”.

L’esperienza con Battiato viene ricordata da Garbo con grande affetto e il tour del 1981 fu per lui, allora ventitreenne, un’occasione di trascorrere moltissimo tempo con l’artista siciliano, sia durante le prove in teatro che in giro per l’Italia. Franco, però, era legato, come sappiamo, alla cittadina altomilanese anche per la sua amicizia di lunga data con Gianfranco D’Adda, e quest’ultimo fu uno dei protagonisti del videoclip di Centro di gravità permanente, che venne girato proprio al La Torre. Siamo sempre nel 1981. Racconta il batterista:


“Nel video si vede il palco del teatro, dove Franco muove passi di danza contro un fondale bianco, insieme a cinque persone: siamo io, Filippo Destrieri, l’attore Paolo Raimondi, anche lui rescaldinese, Maurizio Piazza e la moglie di quest’ultimo. L’idea che stava alla base del filmato era quella che la danza può essere un atto liberatorio, basato su movimenti anche semplici, e che tutti possono danzare; al tempo stesso si intravede grande ironia nei confronti delle costose produzioni di videoclip e spettacoli che coinvolgevano corpi di ballo, molto diffusi in quegli anni. Nelle scene in cui siamo tutti e cinque le movenze sono al rallentatore. Nonostante la semplicità delle immagini, l’effetto finale è straniante e di grande impatto, come tutto quello che Battiato realizzava in quel periodo. Una curiosità: il riflettore che a un certo punto si vede sulla destra adesso si trova a casa mia!”


Negli anni Novanta le prove dei concerti dei ‘big’ si diradarono e lo spazio venne utilizzato per attività musicali di interesse locale. Torniamo, quindi, ad interpellare Renato Franchi, che in quel periodo fu promotore di numerose iniziative a Rescaldina: “Presso il teatro La Torre io e molti musicisti della zona tenemmo diversi concerti, ma di sicuro uno dei momenti più memorabili fu quando presentammo con la formazione “The Kanzonaccio Band” l’album “Quando la guerra finirà”. Era l’inverno del 1994 e ricordo che fuori c’era una nebbia da tagliare con una lama, ma straordinariamente il live registrò un’altissima presenza di pubblico!”

Renato, in quegli anni si tennero non soltanto singoli concerti, ma vere e proprie rassegne a livello interprovinciale…
Esatto: in teatro si svolsero numerose edizioni del contest “Festival Rock della Valle Olona & Dintorni”, ideato da me e Gianfranco D’Adda e promosso dall’ARCI Arcadia di Rescaldina. Si trattò di un evento che vide un forte interesse mediatico, nel quale buona parte dei partecipanti presentavano brani originali. Noi ci occupavamo della parte tecnica ed organizzativa ed eravamo componenti della giuria. Il contest fu promosso per più di dieci anni e suonarono su quel palco molte band e musicisti, sempre con serate sold out, confermando il Teatro La Torre come spazio importante per la musica e per il rock in particolare.



Il cineteatro, oltre ad essere utilizzato per le attività musicali e come sala cinematografica, ospitò anche un’attività di teatro di prosa di un certo rilievo. Paolo Raimondi, attore che lavorò con Battiato in diverse occasioni, oltre che regista e animatore culturale molto attivo sul territorio cittadino, fondò qui le compagnie “Teatro Immediato” e “Teatro Studio Viola” negli anni ’70-’80.

“Franco Laera e Paolo Viola del CRT di Milano tennero a Rescaldina degli stage a cui io partecipai come attore” ricorda Raimondi. “In seguito, con l’appoggio dell’amministrazione comunale, il La Torre divenne una realtà teatrale di una certa importanza, in cui io recitavo ma ero anche regista oltre che organizzatore di corsi di formazione e di rassegne, dagli anni ’80 fino alla fine degli anni ’90”. L’artista mette in luce anche le caratteristiche peculiari del luogo: “Lavorando qui ho imparato ad utilizzare la terminologia specifica relativa alla logistica di un ‘teatro all’italiana’. Nel teatro c’era infatti il ‘golfo mistico’ per un’orchestra di 8-10 elementi, la buca per il suggeritore, un sottopalco, un boccascena di 12 metri, un fondale principale enorme, i camerini, una platea ed una gradinata per 550 posti complessivi e, soprattutto, un’acustica eccezionale. Non era necessario per gli attori, pertanto, forzare la voce.”


Locandine di spettacoli che hanno visto la presenza di Paolo Raimondi negli anni ’80-’90
Oltre alla prosa, la sala rescaldinese ha ospitato, fino alla sua chiusura, le iniziative di teatro musicale della locale Compagnia della Torre. Si tratta di un ensemble amatoriale, fondato nel 1991 e tuttora in attività, che ha mantenuto la denominazione originale anche se attualmente tiene i propri spettacoli in altre sedi. Ruggero Borghi, batterista e membro della formazione dal 2002, così si esprime riguardo a questo spazio, di cui – come molti suoi concittadini – auspica la riapertura: “Si tratta di un luogo per me speciale, a cui sono rimasto emotivamente e intimamente affezionato; una sorta di filo rosso che accomuna, e rinnova nel tempo, alcune delle mie esperienze personali più significative e formative che ho avuto il piacere di vivere nel corso dell’ultimo mezzo secolo”. Le prime memorie di Borghi risalgono alla sua infanzia e testimoniano l’utilizzo delle sale adiacenti al teatro per scopi differenti, come i corsi di fotografia: “Da ragazzino, negli anni ’70-’80, accompagnavo mio padre presso gli spazi destinati alle attività delle locali associazioni culturali. Tra queste vi era la ‘camera oscura’ attrezzata per lo sviluppo delle fotografie che lui, proprio in quel periodo, frequentava con assiduità, colto da grande passione e interesse per il mezzo fotografico. La si raggiungeva imboccando un varco coperto che introduceva ad una sorta di cortile interno, dove una scala esterna saliva al primo piano, connettendosi ad un lungo corridoio rettilineo che distribuiva specularmente gli ambienti comunitari. La ‘camera oscura’ si trovava a metà del corridoio, ricavata sul lato sinistro rivolto verso l’interno. Era piccola, un po’ angusta, priva di finestre, con ai lati le attrezzature tecniche e una serie di bacinelle riempite con gli acidi, fievolmente illuminata da una luce rossastra. Un’immagine, questa, che mi è rimasta impressa negli anni e che ancora oggi ricordo con tenerezza e nostalgia”.

L’Amministrazione comunale di Rescaldina, come ha spiegato il sindaco Gilles Ielo (che ringrazio per la collaborazione, le preziose informazioni ed i materiali forniti sullo stato attuale dello stabile) sta al momento ipotizzando un recupero della struttura del teatro ad uso sociale, dato che si tratta di un sito identitario importante per la collettività. A tale scopo si intende procedere in sinergia con il privato, facendo rientrare questo progetto in un più ampio programma di sviluppo delle aree cittadine, nel quale rientrerebbe anche la ristrutturazione dello storico complesso architettonico della Torre Amigazzi.


La “torre” del teatro vista dal retro ed il complesso della Corte Amigazzi
Sono tante le storie che hanno avuto luogo sulle tavole del palcoscenico del Teatro La Torre, molte delle quali meritano di essere riscoperte e raccontate. Nella speranza che presto il sipario si riapra e che alle luci della ribalta si ripresentino attori e musicisti che facciano rivivere a questo spazio una nuova, duratura stagione artistica.
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Vorrei ringraziare tutti coloro senza la quale non sarebbe stata possibile la collaborazione di entrambe le parti di questo articolo: Renato Franchi, Gianfranco D’Adda, Walter Calloni, Garbo, Roberto D’Amico, Paolo Raimondi, Ruggero Borghi e il sindaco di Rescaldina, Gilles Ielo.