L’opera “Ombre Cabiatesi” di Enrico Cazzaniga, lunga 60 metri, è stata realizzata sulla recinzione di una fabbrica tessile

Lasciare un’impronta sul territorio, che non sia effimera come un’ombra, ma che resti a testimoniare la presenza di una comunità attiva ed operosa, microcosmo della società, dei suoi protagonisti e della sua complessità, dando vita nel contempo ad un connubio tra creatività e impresa: questo l’intento di “Ombre Cabiatesi”, l’ambiziosa opera d’arte pubblica di Enrico Cazzaniga. L’artista comasco, attivo a livello locale e in ambito internazionale, ha realizzato sul muro di cinta dell’azienda Italtex, situata a Cabiate (CO) in via Piave, un grandissimo murale, di 60 metri di lunghezza per 2 di altezza. Si tratta dell’esempio di street art “site specific”, cioè strettamente legata all’area in cui è nata e alle sue peculiarità, più grande d’Italia.

L’opera è stata inaugurata il 26 marzo scorso e raffigura autentici cittadini cabiatesi, bambini, adulti e anziani, uomini e donne, lavoratori, artisti e sportivi, a voler rappresentare le varie fasce di età e le diverse realtà sociali e professionali. Il progetto, che si è configurato come collettivo e partecipativo, vuole simboleggiare l’identità locale e al tempo stesso ha un più ampio respiro, nell’ottica di “riconciliare” arte, impresa e abitanti. Esso ha coinvolto l’amministrazione comunale e buona parte della cittadinanza, circa un centinaio di persone.

Tra coloro che si sono prestati affinché la loro ombra venisse impressa sulla recinzione citiamo Maria Pia Tagliabue e Piergiorgio Colombini, rispettivamente sindaca e vicesindaco del comune di Cabiate, oltre a diversi artigiani (una merlettaia, un panettiere, un fabbro, un idraulico, un elettricista, un tappezziere ed altri), operai, esponenti del settore tessile, imprenditori, docenti, rappresentanti di svariate discipline e società sportive, operatori culturali e sociali. Ma anche un nonno con il nipotino, una mamma in attesa, una coppia di coniugi: la sequenza di figure, dunque, non fa solo riferimento al proprio ambito territoriale e all’attualità, ma ha un significato universale, alludendo a tutte le fasi della vita umana e ritraendo una parte significativa di tutte le condizioni ed attività lavorative, ricreative e personali.

La realizzazione del murale ha richiesto alcuni mesi, dall’ideazione al prodotto finito. Il muro in cemento che circonda la fabbrica è stato innanzitutto ricoperto da uno strato di “microasfalto” (una guaina bituminosa ardesiata) di colore nero, materiale che Cazzaniga utilizza molto spesso nelle proprie opere, trasformandosi in una vera e propria “strada verticale”. In seguito, con l’aiuto di un faretto, l’artista ha proiettato sulla superficie le ombre dei diversi personaggi, tratteggiandole con un gessetto. Le figure umane sono state poi definite ed “incorniciate” da due fasce di vernice, una bianca e l’altra azzurra, che sono i colori del gonfalone della città brianzola e sono anche legati alla sua patrona, Santa Maria Nascente. Le ombre delle persone, l’unica parte non dipinta, sono quindi messe in evidenza rispetto alle parti verniciate, per le quali sono stati utilizzati degli smalti stradali. Lo straordinario impatto visivo fornito dal murale ha permesso di riqualificare un’area urbana periferica, che si colloca tra il centro abitato e il parco della Brughiera Briantea, in una zona in cui la presenza di un edificio industriale “invade” uno spazio caratterizzato per lo più dall’edilizia residenziale.

Cazzaniga, nato nel 1966, originario di Mariano Comense (a pochi chilometri da Cabiate), ha spesso indagato e approfondito nella sua arte la tematica della “strada” come luogo di vita, di passaggio, di incontro e di attività lavorativa dell’essere umano, utilizzando simbologie e materiali che appartengono a questo ambito. Ricordiamo, ad esempio, il suo concept “Alphabet Street”, ideato nel 1996, nel quale lettere dell’alfabeto ispirate ai segnali stradali fanno parte di un nuovo modello di comunicazione in cui si parte dalle intersezioni delle linee dei parcheggi e dalle linee di mezzeria delle strade per concepire un originale sistema di simboli ricavato dalla segnaletica stradale orizzontale. Tale alfabeto è stato poi utilizzato per realizzare opere con smalto stradale su asfalto, in una inedita interpretazione del concetto di “street art”, ma anche in settori completamente diversi, come l’artwork dell’album “Vadavialcù” della band lariana Sulutumana.

Il microasfalto è invece uno dei materiali, insieme al fustagno, che l’artista predilige, e costituisce la base per lavori di vario genere. Ricordiamo, a questo proposito, i ritratti su microasfalto di Jack Kerouac e di David Lynch esposti lo scorso anno al Castello Baradello di Como, all’interno della mostra “Between Dante and Rauschenberg”, in cui un cono stradale rovesciato diventava simbolo dell’inferno dantesco, per ribadire ancora una volta come la strada, in tutte le sue manifestazioni, sia sempre al centro dell’immaginario dell’artista.

Nel murale cabiatese Cazzaniga, che ama definirsi “artivista” (artista e attivista), ha anche voluto rendere omaggio ad uno degli “street artist” per eccellenza, Bansky, aggiungendo accanto all’ombra della bambina Anastasia Pedretti un palloncino rosso a forma di cuore, citazione di una delle sue raffigurazioni più iconiche, Girl With Balloon (2002). La particolarità dell’elemento è che si tratta dell’unico oggetto di diverso colore della raffigurazione che è stato dipinto “a posteriori”, cioè proprio durante l’inaugurazione della mostra, davanti agli occhi del pubblico. L’artista ha inserito anche il proprio autoritratto: si tratta dell’ultima figura sulla destra, che regge un modellino della torre Eiffel.

L’azienda Italtex, nata nel 1946, produceva in origine tessuti in seta per abbigliamento femminile. Negli anni seguenti, sotto la guida del fondatore Sandro Pedretti, si è rinnovata per rimanere al passo con i tempi e rispondere alle logiche del mercato. La produzione, ancora oggi, viene realizzata interamente in Italia, nel 10000 mq dello stabilimento, che impiega 50 persone e realizza oltre due milioni di metri di tessuto all’anno. Si tratta, in particolare, di materiali “tecnici” ed ecosostenibili, derivanti, ad esempio, dalla rigenerazione di reti da pesca in nylon. Sul sito https://www.ombrecabiatesi.italtex.it/ è possibile visualizzare il murale per intero, con i nominativi di tutte le persone coinvolte nel progetto artistico ed altri interessanti approfondimenti.

Tutte le foto delle opere di Enrico Cazzaniga sono di Mary Nowhere.