“On the Road Again” è un album di inediti registrati dal vivo tra gli anni Ottanta e Novanta

A volte può succedere che brani musicali dal notevole impatto restino “in un cassetto” o non vengano inclusi, per le ragioni più disparate, in un disco; o, ancora, che pur essendo già stati sperimentati e “rodati” dal vivo, non vedano la luce a livello discografico. Questo è accaduto per numerose tracce della Kanzonaccio Band, l’ensemble fondato da Renato Franchi nel 1976, di cui ci siamo occupati più volte in precedenza. Ora nove canzoni, remixate e rimasterizzate, torneranno ancora “on the road” il prossimo 22 settembre, in un album che verrà pubblicato su tutte le piattaforme digitali dall’etichetta Latlantide: On the Road Again.
Il titolo dell’album riprende la metafora del viaggio presente anche nel titolo dell’autobiografia di Renato, Lungo la strada – Anni di vita e di musica di recentissima uscita (Macchione Editore), ma essenzialmente è riferito all’omonima canzone scritta negli anni Novanta e “ritrovata”, con altri pezzi degni di nota, tra le registrazioni dei concerti live di quel periodo.
Si tratta di brani mai incisi su disco ma presenti, in parte, in Ballate senza tempo, una pen drive USB uscita qualche anno fa in edizione limitata e contenente più di 200 canzoni in formato MP3, filmati e immagini che ripercorrono la carriera di Renato dagli esordi ai giorni nostri.
Ricordiamo che la Kanzonaccio Band, nel suo venticinquennale percorso iniziato nel lontano 1975-76 (ricorrono, pertanto, i 50 anni dalla sua fondazione) e terminato a fine anni Novanta, aveva realizzato solo due album, Canzonaccio (1985) e Quando la guerra finirà (1994), ma immenso era il suo repertorio, tra brani originali e riproposizioni del rock d’autore e del canto popolare, e con migliaia di esibizioni dal vivo in Italia e in Europa.

On the Road Again si compone di nove tracce (otto inediti più una cover dei Gang, Ombre rosse) con una notevole impronta rock, dove le chitarre svolgono un ruolo da protagoniste, e rappresenta un periodo molto denso di idee e creatività per Renato e i suoi musicisti. Le canzoni sono state registrate, in presa diretta, con grande professionalità da parte dei fonici di allora, il che ne rende oggi possibile il recupero e la riedizione attraverso un minimo processo di remix e remastering che ha mantenuto le sonorità originali.
War Song, suite antimilitarista con citazioni brechtiane, e L’americano, che narra le malefatte del banchiere e faccendiere Michele Sindona, risalgono agli anni ‘80 con l’ensemble al completo: Renato Franchi alla voce e chitarre, Giorgio Restelli al basso, Gianni Colombo al pianoforte e organo Hammond, Guido Del Pero alla chitarra, Antonio Guzzetti alle tastiere, Mauro Cova alla tromba, Gianni Binaghi e Massimo Restelli ai sassofoni, Vittorio Caccia alla batteria. Le altre tracce sono invece della fine degli anni Novanta, con una formazione di quattro elementi dal grande impatto rock e una potenza live dovuta all’eclettica versatilità e padronanza strumentale di Giorgio Restelli al basso, Max Piro alle chitarre e Antonio Vigliano alla batteria, e con Franchi sempre alla voce, alle chitarre e alla scrittura dei brani.
Riascoltando i pezzi dopo tutti questi anni si conferma che da quel groove, dai testi, dalle urla di rabbia del cantato emergeva tutta l’indignazione nei confronti della situazione di allora, mentre le tematiche affrontate rispecchiavano già ai tempi, con lungimiranza, ciò che sul piano sociale, politico e quotidiano viviamo ora nell’attualità: conflitti, corruzione, malapolitica, problematiche ambientali.

Max Piro, Renato Franchi, Antonio Vigliano, Giorgio Restelli

Ecco qualche considerazione di Renato Franchi in merito alla decisione di realizzare il disco:

On The Road Again non è solo un album di canzoni, ma rappresenta la meraviglia di un periodo e di tracce ritrovate nello scrigno delle perle sonore inedite e preziose, il tesoro nascosto di una band di pirati e ribelli, lontani da ogni compromesso e logiche di business e di successo a tutti i costi.
Potremmo definirci  “musicisti distratti”, come recita il titolo di un mio brano, ed anche “pentiti” , vista la validità dei brani ritrovati, lasciati ad aspettare e anche un po’ dimenticati sopra un nastro magnetico di una musicassetta, in un solco laser di un CD o discretamente silenziosi nell’angolo remoto di un hard disk; pentiti e “colpevoli” di non aver dato valore e meritata visibilità a quelle canzoni.
Ma On the Road Again ora è pronto e si prende la sua rivincita! La genesi di questo progetto discografico parte da queste riflessioni, per un’ulteriore viaggio sulla strada della vita e della musica , non per modo di dire, ma in una dimensione magica di cammino, incontri, emozioni, gioie, fatiche, dolori, aspetti e valori che solo l’arte e la creatività con il tempo possono regalare, restituendoci la bellezza che, a volte inconsapevolmente, abbiamo dato alla vita.

Versione “alternativa” della copertina dell’album

L’album si apre con la title track, con la complessità di un arrangiamento prevalentemente strumentale e il ruolo virtuoso della chitarra elettrica a dare forza ad un’invettiva contro il dilagare di figure che si affacciano subdolamente sulla scena pubblica riempiendola di nulla e di arroganza: una triste condizione, che purtroppo oggi è diventata normalità e mediocrità a tutti i livelli.
Wonderful World, scritta con l’amico poeta Roberto Molinari, rende omaggio ad un caro compagno di lotte recentemente scomparso ma è anche un pezzo “profetico”, che con il suo ironico titolo affronta i temi dell’Antropocene e del Capitalocene (termini sconosciuti all’epoca in cui era stato composto), dello sviluppo dissennato delle risorse del pianeta e del conseguente cambiamento climatico.
A fianco di brani scritti con la speranza – a tratti, forse, ingenua – di un futuro migliore come Siamo in tanti e La tua strada, che vogliono essere esortazioni all’impegno, alla partecipazione democratica e ad essere sempre se stessi di fronte alle difficoltà della vita, troviamo Allora dammi, un pezzo atipico per la band per il semplice fatto di essere una canzone d’amore.
Anche Il comandante nasce dalla collaborazione con Roberto Molinari e, in largo anticipo sui tempi della bellissima avventura cubana di Wim Wenders e Ry Cooder, Buena Vista Social Club, è un tributo alle sonorità dell’America Latina per raccontare la figura eroica e leggendaria del “Che”, rievocare le lotte di liberazione contro l’imperialismo americano e non dimenticare le centinaia di vittime torturate e ammazzate dalle giunte militari in Cile, in Argentina e in altri Paesi del Sudamerica.

Il disco racchiude atmosfere a volte gioiose per esprimere l’auspicio di un cambiamento e di un superamento delle ingiustizie, mentre in alcuni brani gli arrangiamenti si spostano volutamente su dimensioni distopiche e visionarie e su accordi sospesi o minori, che ci catapultano in una ambientazione claustrofobica da girone infernale dantesco, a sottolineare la decadenza in atto nella società. L’uso della voce su tonalità alte e i lunghi e deflagranti assoli di chitarra, sostenuti da una ritmica imponente di batteria e basso, rappresentano metaforicamente un grido di sdegno verso tutti i criminali distruttori della bellezza, contro i poteri forti, la finanza speculativa, i corrotti, i corruttori e i detentori dello sviluppo dissipativo, devastatori delle menti, della società e dell’ambiente.

Track list
01 – On the Road Again (Renato Franchi – Max Piro)
02 – Siamo in tanti (Renato Franchi)
03 – Wonderful World (Renato Franchi – Max Piro)
04 – La tua strada (Renato Franchi)
05 – Allora dammi (Renato Franchi – Max Piro)
06 – Ombre rosse (M. Bubola / M. & S. Severini)
07 – L’americano (Renato Franchi)
08 – Il comandante (Renato Franchi)
09 – War Song (Renato Franchi)