L’arte di Carlo Montana, ritrattista rock, e la persistenza della memoria

Qualche mese fa ho avuto occasione di visitare l’atelier di Carlo Montana a Zibido San Giacomo, un paesino immerso nella campagna a sud di Milano.

Avevo visto Carlo “in azione” per la prima volta in un suo live painting durante uno spettacolo di Ezio Guaitamacchi e Brunella Boschetti Venturi. Mentre il giornalista e la vocalist incantavano il pubblico narrando, in parole e in musica, vicende di donne che hanno fatto la storia del rock, il pittore realizzava un ritratto di Amy Winehouse che prendeva vita gradualmente sulla tela sotto gli occhi degli spettatori.

1 e 35 gennaio

Da allora ho assistito ad altri spettacoli come questo, ma non ero mai stata a casa dell’artista fino allo scorso aprile e non credo di esagerare nel definire questa visita come uno dei momenti più significativi di quest’ultimo anno.

Se veder realizzare un’opera pittorica in tempo reale ha il suo indubbio fascino, entrare in un atelier e ritrovarsi circondati da decine di ritratti di rockstar è un’esperienza che lascia senza fiato.

All’ingresso, una Abbey Road con le figure dei quattro di Liverpool in grandezza naturale; in vetrina ancora loro, i Beatles, ritratti nel 1967 in occasione del lancio di Sgt. Pepper. All’interno, poi, i volti di Cobain, Lennon, Dylan, Bono, Springsteen, Janis Joplin e molte altre celebrità circondano il visitatore da ogni parte insieme a riproduzioni in grande formato di strumenti emblematici come il basso-violino Hofner di McCartney.

basso

Per ogni appassionato di musica c’è un volto amato o un dettaglio che cattura l’attenzione ed ogni personaggio è colto in un aspetto peculiare della sua immagine. La visione d’insieme è straordinaria, anche se inevitabilmente ci si sofferma, come è giusto che sia, sui ritratti dei propri beniamini, e io non ho potuto fare a meno di apprezzare particolarmente, tra le tante opere, una riproduzione della copertina di Abbey Road che vedrei bene nel mio soggiorno.

abbey  2.jpg

Lasciato l’atelier si può entrare nella casa di Carlo Montana, dove alcune stanze sono adibite a luogo dove ricevere ospiti in occasione di eventi a carattere musicale e culturale che vengono generalmente organizzati con cadenza mensile. L’accoglienza è calorosa e familiare: ogni visitatore si sente immediatamente a proprio agio tra i frequentatori abituali e i partecipanti occasionali, coccolato dalla gentilezza del padrone di casa e dei suoi collaboratori, nonché dalle squisite vivande preparate da Orsola, moglie di Carlo, per la ricca cena a buffet che precede la serata musicale.

interno 2.jpg

Questi ambienti colpiscono per la ricchezza delle collezioni presenti, composte da oggetti accumulati dall’artista nell’arco della vita. Le pareti sono tappezzate di ritratti di dimensioni più piccole, sia di personaggi dello showbiz ma anche con altri soggetti; e poi centinaia, o in alcuni casi migliaia, di vinili, cd, libri, miniature di chitarre ed altre presenze rivelano il grande amore per la musica del ritrattista rock e la sua volontà di tenere insieme ricordi ed esperienze raccogliendo ed esponendo tutto in maniera meticolosa.

interno 3.jpg

La collezione si fa arredo ed appare ordinata, sia pur nell’abbondanza e nell’ingombro di oggetti che ha un inevitabile fascino su tutti i fortunati che hanno l’occasione di varcare questa soglia.

inerno 4.jpg

Non ho potuto fare a meno di pensare che se anche io avessi iniziato, molto tempo fa, ad organizzare uno spazio abitativo ove raccogliere ogni libro letto, ogni disco ascoltato, ogni ricordo di viaggio o testimonianza significativa ora, forse, sarei circondata dalla mia storia e potrei ripercorrere, con uno sguardo o con il semplice tocco di una mano, decenni della mia vita vissuta.

Se ascoltare un brano musicale riporta in vita, nella mente e nel cuore, emozioni, sogni, ricordi e ci permette di riviverli con la stessa intensità della prima esperienza. gli oggetti materiali rappresentano ancora più il persistere della nostra memoria.

dalì

Se Dalì, nel suo celeberrimo dipinto, volle ritrarre l’annullamento dell’oggettività del tempo e la sua visione sfuggente ed enigmatica io credo, al contrario, che oggetti come ritratti, dischi, libri ci aiutino a preservare la dimensione cronologica della nostra esistenza, legandosi a momenti significativi del nostro vissuto e rappresentino davvero la persistenza della memoria.

Ma esco dall’autoreferenzialità e torno al ricordo della magia dell’atelier di Carlo Montana, ritrattista delle rockstar, invitando chi sta leggendo, se non vi è già stato, a programmare al più presto una visita in questo luogo delle meraviglie.

https://www.facebook.com/CarloMontanaIColoriDellaMusica/

bowie