Riflessioni sullo scorrere del tempo

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Quello del tempo che scorre è per me un pensiero ricorrente e uno dei motivi per i quali ho deciso di aprire un blog, qualche mese fa, era quello di dare senso alla mia vita trascorsa. Ripensare a quello che ho fatto, a quello che non ho potuto fare, a quello che avrei potuto fare e che mi è sfuggito, per superficialità a volte, per pigrizia più raramente, o perché il fiume della quotidianità a volte trascina con sé coloro che lo attraversano nel corso del proprio viaggio fisico e interiore. (Del viaggio dei due protagonisti di Wenders ricordo, ahimè, molto poco, solo immagini e frammenti). Un fiume che a volte scorre lento e tranquillo, a volte invece ci sorprende con rapidi sbalzi e si trasforma in un vortice che attira ed inghiotte tutto ciò che gli sta attorno.

Essere padroni del proprio tempo, i creatori della propria realtà; costruire il proprio futuro, emanare intorno a sé il riflesso dell’immagine che corrisponde a ciò che si vorrebbe essere ed ottenere la realizzazione dei propri desideri: questo è il sogno di molti. Innumerevoli autori ne parlano, soprattutto ultimamente (quello della “crescita personale” è diventato un business) e tante volte mi sono avventurata tra le loro pagine alla ricerca dell’insegnamento che, come dice Vadim Zeland, possa “trasformare la nostra vita in una festa”, vale a dire ci consenta di vivere all’insegna dei nostri desideri e di porci di fronte al mondo come esseri unici e originali, offrendo un contributo nuovo e speciale perché nostro.

Mentre però si passa il tempo a meditare su questi argomenti, lui, il tempo, continua a scorrere impietoso e si realizza ciò che afferma John Lennon: life is what happens to you while you are busy making other plans. John dedica questa frase, una delle sue più citate, al figlio Sean, per prendersi cura del quale egli aveva deciso di prendersi una pausa dallo showbiz, dedicandosi solo alla famiglia. Ma Lennon, nell’arco della sua breve esistenza, aveva già dato uno straordinario contributo alla storia della musica e dell’umanità.

life is what

Diverso è il caso di chi, come molti di noi, avverte nell’anima un desiderio di assoluto che però non riesce a realizzare. Ci si divide tra i doveri, gli impegni presi, le decisioni che hanno portato a delle conseguenze apparentemente, ormai, irreversibili. Si alternano i momenti di speranza, ispirazione, totale ottimismo a quelli di sconforto e stanchezza. Si compiono gesti che apparentemente servono a restituire il senso a ciò che facciamo, troviamo consolazione nella musica dei nostri artisti preferiti. Ma poi si soccombe di fronte all’ennesima difficoltà, grande o piccola che sia. E un altro giorno è andato, la sua musica è finita, per dirla con Guccini.

Sprofondiamo nel sonno pensando che, davanti a noi, l’universo è grande e pieno di opportunità e che dovremmo essere grati per tutto ciò che la vita ci ha donato. E, nel contempo, sapendo che domani qualcuno avrà bisogno di noi, che c’è quel lavoro sul tavolo che aspetta di essere terminato, che ci sono innumerevoli doveri incompiuti ad attenderci e che tutto questo, forse, ci sottrarrà le energie di cui avremmo bisogno per realizzare i nostri sogni.

Incrollabile forza di volontà, fiducia assoluta nell’universo e nella sua energia di cui siamo fatti, ispirazione ai modelli vincenti di coloro che ce l’hanno fatta potrebbero essere le nostre guide. Di fronte a ciò, le forze uguali e contrarie rappresentate da ciò che ci circonda, da ciò che noi stessi abbiamo creato in un momento in cui ci eravamo dimenticati chi eravamo e cosa volevamo veramente…

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Da tutto ciò c’è apparentemente un’unica via d’uscita: l’amore. L’amore e la paura sono due forze uguali e contrarie, appunto, e lo stesso Lennon, da qualche parte, disse che scegliere l’uno o l’altra equivale a scegliere tra la vita e la morte. Ma, poiché esiste anche la morte-in-vita, lo stato in cui non si sceglie nulla e si continua ad andare avanti stancamente dibattendosi tra l’uno e l’altro anelito, placandosi ogni tanto per dare un po’ di sollievo all’anima, non sono certa del fatto che scegliere l’amore incondizionato per la vita sia così facile. In questa mattina gelida e nebbiosa dell’ultimo mese dell’anno non so cosa pensare. Vorrei uscire là fuori e prendere tutto ciò che è mio – voglio ciò che mi spetta, lo voglio perché è mio, m’aspetta- ma non so se lo farò. Rimanderò, e intanto passerà altro tempo.