Un’immaginaria visita a Villa Dosso Pisani a Como
Sfogliando un libro dedicato alle dimore storiche situate sul Lago di Como sono rimasta colpita dalla magnifica architettura di una villa appartenuta ad uno scrittore forse poco noto al grande pubblico, ma ritenuto geniale sia per le sue innovazioni linguistiche e stilistiche che per la sua capacità di ritrarre in modo ironico e spietato la società del suo tempo: Carlo Alberto Pisani Dossi (1849-1910), in arte Carlo Dossi.
Si tratta di un autore che ho sempre apprezzato fin da quando, all’università, dovendo sostenere un esame sul movimento letterario della Scapigliatura, lessi alcune delle sue opere: L’Altrieri, Vita di Alberto Pisani, La desinenza in A. Qualche mese fa ho riletto alcuni suoi racconti (Panche di scuola, La maestrina d’inglese) e ancora una volta ne ho gustato l’ironia, la capacità di delineare con semplici e precisi tratti figure memorabili, ma soprattutto lo stile, godibilissimo ed unico, scoppiettante, semplicemente divertente.
Dossi, come gli altri Scapigliati, si ribella alla lezione manzoniana e all’uso del fiorentino colto come lingua letteraria, ma non si ferma qui. La particolarità di questo scrittore è il suo sperimentalismo: egli utilizza un pastiche linguistico fatto di arcaismi, tecnicismi, termini dialettali e neologismi da lui stesso coniati. Fu anche un innovatore a livello di ortografia e di interpunzione, proponendo di apporre sempre gli accenti sulle parole e di utilizzare i punti esclamativi e interrogativi anche all’inizio delle frasi, come avviene in spagnolo.
Dossi si distinse inoltre per la feroce ironia nei confronti della società del suo tempo e per il suo anticlericalismo, oltre che per la sua attività politica, diplomatica e per la propria passione per l’archeologia. Fu grande amico dei pittori Luigi Conconi e Tranquillo Cremona e di letterati come Giuseppe Rovani e Cletto Arrighi, come lui esponenti della Scapigliatura, ma fu in buoni rapporti anche con Carducci e D’Annunzio. Pare che quest’ultimo, dopo aver soggiornato nella residenza comasca di Dossi, ne trasse l’ispirazione per costruire il Vittoriale qualche decennio più tardi.
Carlo Dossi visse per molto tempo nella splendida dimora a di famiglia a Corbetta, in provincia di Milano, ma trascorse gli ultimi anni della sua vita nella villa che fece costruire a Como, in località Cardina, sopra Monte Olimpino, su un’altura – uno sperone di roccia naturale – da cui si gode una splendida vista sul lago e sulla città. Il progetto fu elaborato dall’amico Conconi, realizzato da Luigi Perrone e ispirato dall’arte del simbolista Böcklin, con l’idea di creare un’abitazione che rappresentasse una forma di integrazione fra le varie forme artistiche, e fra queste e la vita stessa. La costruzione iniziò nel 1897 e fu terminata nel 1910, anno in cui – il 17 novembre – lo scrittore si spense.
Si tratta di un edificio a pianta libera disposto su più livelli. L’elemento più celebre dell’intera villa è il “portico degli amici”, in cui ogni colonna è dedicata ad un sodale di Dossi (Cremona, Rovani, Carducci ma anche lo scienziato Cesare Lombroso), mentre una sola colonna reca incisa una dedica ai nemici. Lo scrittore era solito trascorrere qui il periodo estivo, in cui poteva godere del clima favorevole ed intrattenersi con i suoi ospiti, esponenti del mondo letterario, artistico e politico. Dall’area porticata si gode inoltre lo straordinario panorama della città e del lago e si accede alla sala del cinematografo, di cui Dossi fu un grande appassionato.
La villa non è visitabile, poiché è adibita ad abitazione privata. Percorrendo la ripida salita di via Cardina, giunti al civico 36 un elemento in pietra reca l’iscrizione “Dosso Pisani” ed è possibile percorrere a piedi il vialetto che giunge fino alla dimora.
Dal cancello non si scorge granché, se non un limitata visuale del parco secolare, e si indovina lo splendido panorama che si gode dal loggiato. Uno stretto sentiero fiancheggia il muro di cinta, e lo percorro immaginando di poter sbirciare da qualche parte uno scorcio della villa ma, ahimé, ciò non è possibile e quindi, arrivata in prossimità delle proprietà confinanti, torno sui miei passi. Gli alberi d’alto fusto presenti ovunque avvolgono tutto nell’ombra e non a caso lo scrittore li amava perché lo isolavano dal resto del mondo.
Così, in un caldo pomeriggio di agosto, rientro a casa, immaginando le pagine non scritte della vita di Alberto Pisani- Carlo Dossi, trascorse tra la bellezza del Lario, le suggestive architetture, la compagnia di intellettuali e artisti, ma soprattutto il suo scetticismo e il suo sarcasmo che lo rendono una figura unica nel panorama italiano di fine Ottocento. E spero di essere riuscita a incuriosirvi al punto di farvi desiderare di leggere qualcuno dei suoi libri, se non lo avete già fatto.
BIBLIOGRAFIA
AA.VV., Castelli, basiliche e ville- Tesori architettonici lariani nel tempo, ed. La Provincia, Como 1991
AA. VV., Racconti scapigliati, a cura di R. Carnero, Milano, Rizzoli, 2011
Carlo Dossi, L’Altrieri, Milano, Garzanti, 2008
Carlo Dossi, La desinenza in A, Milano, Garzanti, 2009
Carlo Dossi, Note azzurre, Milano, Adelphi, 2010
Calo Dossi, Vita di Alberto Pisani, Milano, Garzanti, 2018