So long ago
Was it in a dream?
Was it just a dream?
I know, yes I know
It seemed so very real
Seemed so real to me
Ho sempre pensato che la lontananza, la distanza nello spazio e nel tempo dissolvessero pian piano i legami, rendessero i ricordi più sfumati e attenuassero le sofferenze passate fino a cancellarle del tutto. All things must pass: la saggezza millenaria, credevo, ci ha insegnato la caducità di tutte le cose terrene, materiali e immateriali come pensieri, esperienze, sentimenti.
Un anno di isolamento, reclusione, distanziamento mi ha dimostrato che non è così. Aggrapparsi alle persone lontane, sia pure con una telefonata, una foto, un messaggio si è rivelato indispensabile per dare senso, tante volte, a giornate tutte uguali, ad un’esistenza in cui abbiamo galleggiato in un limbo indistinto, nel quale cui suoni, rumori, voci esterne erano attutiti o assenti nel silenzio irreale e solitario del lockdown.
Ma, soprattutto, ho imparato che ciò che è davvero importante non svanisce.
I sentimenti più autentici superano gli ostacoli, travalicano i limiti imposti dallo spazio e dal tempo e persino i vincoli che noi stessi ci siamo imposti.
Ciò che, apparentemente, è stato spazzato via da una catastrofe planetaria si conquista uno spazio nell’infinita varietà dell’universo e si realizza in un settore lontano, dove tutto è possibile.
Siamo qui, ma siamo anche altrove, in un sogno mai divenuto realtà, che tuttavia esiste e prende vita in un mondo ideale.
Ciò che alberga nel nostro cuore resta vivo, immutato, immutabile, eterno.
Dream, dream away
Magic in the air
Was magic in the air?
I believe, yes I believe
More I cannot say
What more can I say?
On a river of sound
Through the mirror go round, round
I thought I could feel
Feel….
Music touching my soul
Something warm, sudden cold
The spirit dance was unfolding
Ah! Bowakawa, pousse pousse