Le litografie di John Lennon sono esposte presso il “Kapannone dei Libri” nell’ambito della mostra “Let It Beatles”
On the road again. Dopo essere stata, lo scorso weekend, sulle familiari sponde del Lago di Como, a Villa Carlotta, per ammirare un’opera di Yoko Ono, questa volta sono approdata sulle rive del Lago Maggiore, ad Angera, attirata da una splendida opportunità: quella di rivedere i disegni di John Lennon della raccolta Bag One, che avevo già avuto occasione di contemplare nel 2013, in una mostra a lui dedicata a Modena.



Le 14 litografie, realizzate da John come dono di nozze alla compagna (il matrimonio ebbe luogo il 20 marzo 1969) furono presentate per la prima volta al pubblico il 15 gennaio 1970 alla London Arts Gallery, ma vennero subito ritirate con l’accusa di oscenità; successivamente ne furono realizzati 300 esemplari, tuttora ambitissimi dai collezionisti di tutto il mondo.
L’esemplare n. 163/300, appartenente a Rolando Giambelli, carissimo amico e infaticabile organizzatore di eventi dedicati ai Beatles, nonché presidente dell’associazione Beatlesiani d’Italia, è ora esposto presso il Kapannone dei Libri di Andrea Kerbaker, nell’ambito di una mostra intitolata “Let It Beatles”, organizzata proprio in collaborazione con lo stesso Giambelli. Un appuntamento, dunque, da non perdere.
Kerbaker, intellettuale milanese e docente universitario, è anche il proprietario della “Kasa dei Libri” in via De Benedetti a Milano, un suggestivo spazio “abitato” dai volumi da lui collezionati nel corso di decenni ed aperto a tutti coloro che desiderano visitarlo. sfogliando le pagine delle decine di migliaia di pubblicazioni presenti e lasciandosi incantare dal fascino della carta stampata.
Il Kapannone dei Libri di Angera è una sorta di “sede staccata” della Kasa, situata in una struttura post-industriale alla periferia della città, nella quale, su scaffali in acciaio, trovano posto altre migliaia di libri e riviste, liberamente consultabili dal pubblico. Il materiale è raggruppato per tematiche e numerosissimi sono i volumi di contenuto artistico. Lo spazio è lontano dal modello tradizionale di biblioteca e si configura come un’area polivalente in cui ospitare persone di tutte le età ed eventi culturali di vario genere.
Molti scaffali sono ancora vuoti, per ospitare in futuro ulteriori pezzi della collezione, destinata ad allargarsi sempre più. Proprio in questo luogo affascinante ha trovato posto un’esposizione, visitabile fino al 30 luglio (per accedere è però necessario contattare l’organizzazione per verificare orari e disponibilità) nella quale sono presenti tutti i libri sui Beatles finora pubblicati in Italia, oltre a foto, poster e memorabilia come vinili d’epoca, biglietti e programmi di concerti, autografi e gadget provenienti da ogni parte del mondo.

Tra le immagini esposte, ci sono quelle dei Fab Four a Milano, in occasione del loro concerto al Velodromo Vigorelli, il 24 giugno 1965, e una serie di 50 tavole a colori a fumetti, create da Arthur Ranson e dedicate alla storia della band di Liverpool. Tra i libri, invece, ci sono volumi di autori italiani e stranieri, celebri e meno conosciuti, biografie autorizzate e non, monografie su aspetti specifici della parabola del quartetto, versioni a fumetti delle loro vicende, e così via. Io stessa possiedo molti di questi libri, ma questa collezione è inarrivabile, dato che comprende anche edizioni rare e ormai introvabili.


Ieri pomeriggio, poi, i visitatori hanno potuto assistere all’esibizione dei Beetools, un duo acustico che ha riproposto gli immortali successi del gruppo in modo originale, a bordo di un camioncino antistante l’ingresso dello spazio espositivo. Così, immersa in questa sorta di festa, una autentica gioia per gli occhi e le orecchie, ho salito in punta di piedi gli scalini per accedere al soppalco dove erano esposte le litografie di “Bag One”, il vero motivo della mia visita.


Come ho detto in precedenza, avevo già visto questi disegni otto anni fa, ma l’emozione provata ieri è stata, forse, ancora più grande. Ho contemplato lungamente e avidamente ogni immagine, cercando di farla mia, di interiorizzarne ogni particolare. Ammirare queste opere è come entrare nell’intimità della coppia John & Yoko, in occasione di un evento unico come il loro matrimonio, che fu privato e al tempo stesso mediatico.
I due artisti vollero infatti condividere con i loro ammiratori, e con tutto il mondo, il coronamento della loro storia d’amore con ogni mezzo possibile: con la campagna in favore della pace realizzata durante la luna di miele tramite il Bed-In, con foto, filmati, disegni, eventi e, ovviamente, con le loro sperimentazioni musicali: il Wedding Album, disco dedicato al loro matrimonio, così come la stessa Bag One, è un ulteriore elemento dell’opera d’arte concettuale e “totale” che fu la vita stessa della coppia Ono-Lennon.
(link alla recensione della copertina del “Wedding Album” : https://www.artovercovers.com/2019/07/04/the-wedding-album-john-lennon-yoko-ono/ )


Con reazioni contrastanti – di ammirazione, di mancata comprensione e a volte anche di derisione – il mondo intero ha assistito alla nascita e allo sviluppo del legame tra i due, attraverso tappe come gli album Two Virgins, registrato nella notte (il 19 maggio 1968) in cui i due diventarono una coppia a tutti gli effetti, e Life With The Lions, in cui essi vollero divulgare un momento drammatico come la permanenza in ospedale durante la gravidanza di Yoko e la successiva perdita del bambino.
(link alla recensione della copertina di “Two Virgins” : https://www.artovercovers.com/2020/05/19/john-lennon-e-yoko-ono-messi-a-nudo-la-controversa-cover-di-two-virgins/ )


Ammirare le litografie di Bag One significa dunque questo: contemplare, con rispetto e devozione, i momenti pubblici e quelli più intimi del matrimonio di John Lennon e Yoko Ono e in questo modo fare parte di un’opera d’arte che si realizza solo grazie al nostro contributo, come nelle piéces di Grapefruit, in cui artista e pubblico interagiscono per co-creare l’evento. Significa anche sentirsi ammessi al cospetto di qualcosa di più grande di noi, vale a dire il mistero della storia d’amore tra due grandi artisti, la cui unione ha prodotto capolavori e ha segnato la storia del secolo scorso come la vita di milioni di persone; Imagine, una delle canzoni più celebri di tutti i tempi, è soltanto una delle tappe del loro percorso.
Una storia d’amore, la loro, troncata troppo presto da un gesto assurdo, terribile e inspiegabile, rispetto al quale non ci sono risposte. Non voglio soffermarmi sulla prematura scomparsa di John o su quello che sarebbe potuto accadere se lui fosse ancora tra noi. Posso solo accostarmi, quasi in punta di piedi, a questi disegni ed intuire, anche solo in minima parte, il significato del legame tra i due, per loro stessi e per il mondo intero.


Scendo le scale, mi giro un’ultima volta in direzione di quelle immagini, poi esco. Il duo canta e suona allegramente, allietando i presenti; io, concentrata e assorta, mi allontano in silenzio dal Kapannone dei Libri. Il sole e il caldo estivo mi investono, come a volermi svegliare da un sogno. Tra pochi istanti tornerò alla mia prosaica realtà, ma per qualche attimo ancora rievoco nella mia mente quelle immagini che mi accompagneranno a lungo, in attesa di poterle rivedere in un’altra occasione. The dream is not over.
Grazie ad Andrea Kerbaker e a Rolando Giambelli per aver reso possibile tutto questo.
Per chi volesse visitare la Kasa dei Libri di Milano, o verificare la possibilità di accedere alla mostra “Let It Beatles” nei prossimi giorni, è consigliata la prenotazione scrivendo a mostre@lakasadeilibri.it o chiamando il numero 02.66989018.
Il Kapannone dei libri si trova in Via G. Verdi, 35, 21021 Angera (VA), ed è di norma aperto dal lunedì al venerdì, dalle 15 alle 19. L’ingresso è gratuito.