Nella splendida dimora sul Lario è ora possibile ammirare un’opera dell’artista giapponese

Villa Carlotta, a Tremezzo, sul Lago di Como, è un autentico luogo di delizie: per la sua posizione con uno straordinario panorama sul Lario, per il suo splendido giardino e per la ricchissima collezione d’opere d’arte al suo interno.

Ho visitato questa dimora diverse volte e ci sono tornata pochi giorni fa per un motivo molto particolare: l’opportunità di poter ammirare un quadro di Yoko Ono incluso nella mostra “Æssenze”, in programma dal 3 luglio al 7 novembre 2021. Si tratta dell’esposizione di una trentina di lavori appartenenti alla collezione Catellani, impreziositi dalla splendida cornice in cui sono inseriti, un edificio ricco di storia inserito in un contesto naturale che è un’autentica gioia per gli occhi.

Confesso, però, che è stato il nome di Yoko ad attirarmi come una calamita. Spesso, infatti, molti dei miei “vagabondaggi” e delle mie esperienze hanno una finalità “beatlesiana”: in questo caso, non potevo lasciarmi sfuggire l’opportunità di poter ammirare anche una singola opera firmata da questa artista, spesso ingiustamente sottovalutata da chi non conosce i suoi lavori, ma soprattutto da chi la considera soltanto “la donna che uccise i Beatles”. Ma andiamo con ordine…

La villa fu costruita alla fine del Seicento per volontà di Giorgio Clerici, marchese di Milano. Nel 1801 la proprietà passò a Giovanni Battista Sommariva, fedelissimo di Napoleone (all’interno della collezione museale è presente un’ulteriore mostra dedicata, appunto, a Bonaparte) che arricchì il patrimonio artistico della dimora con le opere di Antonio Canova e Bertel Thorvaldsen. Alla metà dell’Ottocento, la famiglia Sommariva cedette la proprietà al nobile tedesco Giorgio II di Sassonia-Meningen e alla moglie Carlotta, da cui la villa prese il nome che porta ancor oggi.

Purtroppo la giovane consorte morì a soli 24 anni, nel 1855. Il ricchissimo giardino botanico fu realizzato per volontà di Giorgio II. Sicuramente il momento migliore per visitarlo è tra maggio e giugno, quando è possibile ammirare la straordinaria fioritura delle azalee, ma il suo fascino resta intatto tutto l’anno. Nel 1927 la villa fu confiscata dallo Stato italiano e affidata in gestione all’Ente Villa Carlotta, che la amministra tuttora.

Tra le opere che è possibile ammirare, ricordiamo Amore e Psiche, copia della scultura di Canova da parte dell’allievo Adamo Tadolini; la Maddalena penitente di Canova (in copia), più due originali dello scultore veneto: il Palamede e la Musa Tersicore. Il fregio marmoreo Ingresso trionfale di Alessandro Magno a Babilonia fu commissionato a allo scultore neoclassico Thorvaldsen dallo stesso Sommariva. Nella sala che porta il nome del funzionario napoleonico si può poi ammirare un dipinto che rappresenta Virgilio che legge l’Eneide alla corte di Augusto, in cui Sommariva si fece ritrarre dal pittore Jean-Baptiste Wicar nei panni di Mecenate, mentre Bonaparte compare nelle vesti di Agrippa. Un’altra celeberrima opera pittorica esposta è L’Ultimo bacio di Romeo e Giulietta di Francesco Hayez.

Le stanze conservano gli arredi originali ottocenteschi voluti da Giorgio II: sicuramente la più suggestiva è la camera di Carlotta, dove si possono ammirare alcuni ritratti della nobildonna e dei suoi figli.

Al secondo piano, infine, è visitabile fino al 7 novembre 2021 (dal lunedì al venerdì, dalle 13 alle 17.30) la mostra Æssenze, con opere scelte della collezione Catellani, che comprende lavori di artisti contemporanei come Joseph Beuys, Gilbert & George, Man Ray, Sol LeWitt e, appunto, Yoko Ono. Carlo Catellani fu tra i primi a far conoscere in Italia la produzione di numerosi rappresentanti di correnti d’avanguardia residenti negli Stati Uniti.

Il grande nodo di Konrad Balder Schauffelen (1993)

Il titolo della mostra, Æssenze, vuole evocare ciò che di essenziale c’è nell’esistenza umana e nel contempo l’assenza di risposte che essa ci fornisce rispetto alle domande che inevitabilmente ci poniamo. L’arte si pone come unica salvezza rispetto alla transitorietà della vita. Il processo creativo si pone, dunque, come continua possibilità di rigenerazione, come atto di fede nei confronti delle proprie potenzialità. Questa, dunque, la tematica che accomuna opere molto differenti tra loro, che appartengono comunque al filone dell’arte concettuale nelle sue differenti declinazioni.

Le campane del silenzio di Eric Andersen !1990), Red Boxes di Gilbert & George (1975)

Molti dei lavori presenti esplorano tematiche religiose: tra tutte, vorrei citare Autocrocefissione nel mondo moderno di Philip Corner, un pannello in legno al centro del quale una superficie riflettente a forma di croce permette allo spettatore di “crocifiggersi”. La collezione comprende inoltre quattro opere pittoriche di grande formato di Yoko Ono che alludono alla preghiera come forma linguistica trasversale: di esse, però, è esposto soltanto un pannello  intitolato semplicemente “Ideogrammi”.

Visitare la villa e le sue stanze ricche di cultura e di storia, contemplare opere artistiche straordinarie immerse in un contesto suggestivo, esplorare ogni angolo del giardino botanico e soffermarsi ad ammirare lo straordinario paesaggio offerto da una delle più straordinarie locations del lago di Como è davvero un’esperienza da non perdere. A Villa Carlotta la bellezza delle creazioni dell’uomo si fonde magistralmente con quella della natura… se a tutto questo aggiungo l’emozione di aver potuto vedere, per la prima volta, un’opera di Yoko Ono posso davvero ritenermi soddisfatta e felice.