IL SIMBOLO DELLE ALI NELLE CANZONI DEI BEATLES

Da un punto di vista simbolico, le ali rappresentano il movimento, la libertà, la fuga, la capacità di porsi al di sopra della realtà e dei suoi limiti, l’unione con il cielo e con l’infinito.

In tutte le religioni e le mitologie le ali sono presenti e sono legate a concetti affini tra loro. Gli angeli, entità spirituali, vengono raffigurati come dotati di ali, ma anche l’acconciatura di piume dei nativi americani evoca lo Spirito universale. Nell’induismo, nel taoismo e nel buddhismo la leggerezza e il volo, frutto della contemplazione, rappresentano la liberazione dal peso del corpo e il ricongiungimento con l’Assoluto.

Le ali simboleggiano un desiderio di trascendenza, di elevazione, del librarsi al di sopra della finitezza della condizione umana: basti pensare ad Icaro, che nella mitologia greca compie un “folle volo” nel tentativo di sfuggire al proprio destino, trasgredendo i limiti impostigli dalla divinità. Sono anche sinonimo di protezione, come nelle figure degli angeli custodi o, più semplicemente, in quelle degli uccelli che sotto di esse tengono al riparo i loro piccoli.
Le ali sono un elemento di trasformazione, come nella metamorfosi da bruco a farfalla. Atena-Nike, personificazione della vittoria, è raffigurata come alata. Molti animali mitici sono dotati di ali, come l’ippogrifo o il drago, e persino il serpente, se alato, rappresenta spiritualità e divinità. Le ali ai piedi, infine, come quelle di Mercurio, sono simbolo di viaggio e di dinamismo.

Nelle canzoni dei Beatles questa evocativa immagine è presente in tre canzoni: Till There Was You, Blackbird e Free as a Bird. Se poi si passa alla loro produzione individuale, il Beatle che ha utilizzato più volte questo simbolo è McCartney. Il gruppo che accompagnò Paul e la moglie Linda nella loro avventura musicale per circa un decennio porta infatti il nome emblematico di Wings, ma anche nei suoi brani da solista il concetto ricorre spesso, unitamente alla presenza delle creature alate, come vedremo più avanti.

In Till There Was You, contenuta nell’album With The Beatles del 1963, viene descritto un paesaggio idilliaco, un locus amoenus in cui gli elementi naturali, per quanto suggestivi, acquistano significato solo dopo l’incontro con l’amata. Gli uccelli nel cielo non volano, o meglio non attirano l’attenzione dell’io lirico, finché la donna non compare:

There were birds in the sky
But I never saw them winging
No, I never saw them at all
‘Til there was you

Qui i volatili, però, sono solo parte integrante dello scenario, arricchito da “music and wondeful roses”, e non paiono avere alcun significato simbolico; semplicemente abbelliscono un quadro primaverile tratteggiato in toni, tutto sommato, tradizionali (“sweet fragrant meadows of dawn and dew”).

Questo brano, in realtà, non fu scritto da Lennon&McCartney: si trattava di una cover di una composizione di Meredith Wilson per il musical The Music Man del 1957, che Paul conobbe e apprezzò nell’interpretazione della cantante statunitense Peggy Lee, incisa nel 1962. In quell’anno, pertanto, Till There Was You entrò nella scaletta delle esibizioni amburghesi della band, per poi essere inclusa nel loro secondo album.

Non essendoci, tuttavia, riferimenti alle ali in tutta la prima produzione dei Beatles, questa canzone risulta essere l’unica, per quanto non originale, che sia possibile citare, almeno fino al 1965.

Giunti a questo anno di svolta nella produzione nel gruppo, trascuriamo comunque, proprio perché non attinenti al discorso simbolico, il verso “This bird had flown” in Norwegian Wood, da Rubber Soul, 1965, o il titolo And Your Bird Can Sing in Revolver, 1966). Dobbiamo dunque arrivare al 1968 e al White Album per trovare in Blackbird un testo in cui le ali siano simbolo di libertà ed emancipazione.

Scritta in Scozia ed ispirata, per stessa ammissione di McCartney, da un brano di Bach, Blackbird ha un forte connotato metaforico: il merlo dal piumaggio nero simboleggia, come Paul ha raccontato più volte a posteriori, una donna di colore, vittima della segregazione razziale nel Sud degli Stati Uniti, che grazie al movimento per i diritti civili avrà finalmente la possibilità di riscattarsi dalle ingiustizie subite e di lottare per un’esistenza migliore per sé e per la sua gente:

Take these broken wings and learn to fly
All your life
You were only waiting for this moment to arise

Le ali della creatura sono spezzate, dopo una vita di soprusi e di sogni infranti, ma il momento dell’emancipazione è finalmente giunto. Iniziato alla metà degli anni ’50, con il celebre boicottaggio degli autobus in Alabama per iniziativa di Rosa Parks, che portò a dichiarare illegale la segregazione razziale sui mezzi pubblici, il movimento raggiunse il proprio apice quando il suo massimo rappresentante, Martin Luther King, ricevette il Premio Nobel per la pace. Nello stesso periodo, anche Malcolm X, leader degli afroamericani islamici, diede il suo contributo alla causa. Nel 1968, l’anno di Blackbird, King venne assassinato, ma questo drammatico evento non fermò gli attivisti che vennero supportati anche da musicisti come Bob Dylan, James Brown, Joan Baez, Billie Holiday, Nina Simone e molti altri.

Non è stato invece dimostrato che il romanzo breve “Broken Wings” di Kahlil Gibran, scritto nel 1912, che narra la storia d’amore tra due giovani libanesi e il loro confrontarsi con una società spietatamente classista e sessista, abbia potuto essere una fonte di ispirazione per il pezzo di McCartney.

La tematica delle “ali della libertà” è al centro di Free as a Bird, brano scritto da John Lennon nel 1977 e poi “completato” dagli altri tre Beatles con sovraincisioni nel 1995, in occasione dell’uscita della raccolta Beatles Anthology.

Free as a bird
It’s the next best thing to be
Free as a bird
Home, home and dry
Like a homing bird I’ll fly
As a bird on wings

L’io lirico si paragona ad un uccello che vola liberamente nel cielo per poi fare ritorno alla sua terra. Il rientro a casa è nostalgico: si vorrebbe tornare alla vita di un tempo, rinsaldare legami infranti e riprendere i contatti significativi che davano senso all’esistenza e che garantivano un senso di appartenenza, ma al tempo stesso di libertà:

Whatever happened to
The life that we once knew?
Can we really live without each other?
Where did we lose the touch
That seemed to mean so much?
It always made me feel so…

… free…

Molto suggestivo è il videoclip della canzone, diretto da Joe Pitka, che mostra la città di Liverpool e molti riferimenti alla storia e alle canzoni dei Beatles (le citazioni potrebbero essere tra 60 e 100) dalla prospettiva di un uccello in volo, che però non è mai visibile.

Passando alla produzione dei Beatles solisti, è d’obbligo partire da McCartney.

Innanzitutto, il nome della band Wings deriva da un’immagine di ali che persisteva nella sua mente mentre stava pregando per la moglie Linda durante il difficile parto dal quale nacque la figlia Stella. L’aneddoto è citato da Mark Lewisohn nel libro “Wingspan” del 2002.

Nelle composizioni di Paul l’immagine delle ali e delle creature alate è ricorrente. In You are My Singer, tratta da Wild Life (1971), lui e Linda cantano

Someday when we’re singing

We will fly away, going winging

In questo caso è il potere della musica che permette alla coppia di innamorati di elevarsi fino al cielo.

Se il Single Pigeon di Red Rose Speedway (1973) rappresenta la solitudine e l’abbandono, il Bluebird di Band On the Run è il simbolo della libertà che una perfetta unione di coppia può dare. Come un uccello, in piena notte, l’amante si reca dall’amata, con il suo magico bacio la trasforma in volatile ed insieme possono librarsi, metaforicamente, verso il mare e verso una nuova esistenza.

Late at night when the wind is still
I’ll come flying through your door
And you’ll know what love is for/I’m a bluebird…

Touch your lips with a magic kiss
And you’ll be a bluebird too
And you’ll know what love can do/ I’m a bluebird

Fly away through the midnight air
As we head across the sea
And at last we will be free/You’re a bluebird…

Il simbolo delle ali compare anche in un brano di Ringo Starr, intitolato proprio Wings, che è presente sia in Ringo 4th (1977) sia, in una nuova versione, in Ringo 2012.

If I had the wings of an eagle,
Over these broken dreams I will fly.
If I could be shot like an arrow.
Straight to you, in your arms I will lie.
Don’t you know I love you?
Don’t you know I love you so?

Nel testo le ali dell’aquila, così come lo scoccare della freccia, la forza del leone o la nave che ha perso la rotta nella notte sono immagini per lo più convenzionali, con le quali Starr afferma i propri sentimenti per la donna che ama e la implora di essere ricambiato. Senza rassicurazioni da parte sua, l’uomo potrebbe perire come un volatile ferito a morte:

Your love never gave me no warning,
Like a bird I was shot down in flight.

Vorrei concludere questo “volo” tra le canzoni dei Beatles, che non vuole essere esaustivo, citando un ultimo brano, (Just Like) Starting Over di John Lennon (da Double Fantasy, 1980). In esso John celebra il proprio amore per Yoko, il loro essere “cresciuti” insieme e la loro necessità di rinnovare il sentimento reciproco prendendosi qualche momento per se stessi, per evadere e per “volare”, in aereo o anche solo idealmente, da qualche parte. Anche il tempo vola e i due, durante i cinque anni di assenza di John dalla scena musicale, non hanno avuto, probabilmente, occasione di viaggiare insieme, poiché John si era dedicato prevalentemente alla cura del piccolo Sean:

Our life together is so precious together
We have grown, we have grown
Although our love is still special

Let’s take a chance and fly away
Somewhere alone

It’s been too long since we took the time
No-one’s to blame, I know time flies so quickly

Quando John guarda Yoko è come se si innamorasse di nuovo di lei e prova il desiderio di ricominciare da capo la loro storia d’amore, che non è stata idilliaca. Ci sono stati momenti difficili ed ostacoli da superare, ma è giunto il momento di spiegare le ali, di librarsi in volo, di non lasciare che neppure un giorno scivoli via. È giunto il momento di partire, di decollare, loro due soli, come un tempo, in una sorta di fuga d’amore:

But when I see you darling
It’s like we both are falling in love again
It’ll be just like starting over…
It’s time to spread our wings and fly
Don’t let another day go by my love
It’ll be just like starting over…

Why don’t we take off alone
Take a trip somewhere far, far away
We’ll be together all alone again
Like we used to in the early days…

Concludo questo excursus, questo mio personale “volo” tra i brani dei Beatles, proprio con questa canzone, a cui sono molto legata perché parla di una storia d’amore, iniziata molto tempo prima, che per rinnovarsi ha bisogno di “ali”.

Le ali ci avvicinano al cielo, all’assoluto, ci alleggeriscono dal peso delle incombenze quotidiane. Ci aiutano a superare i nostri limiti, a viaggiare nel mondo o nell’universo, a bordo di un aereo o nel sogno e nella fantasia. Se in questo volo, però, non saremo soli, volare sarà più dolce e più facile.

Let’s take a chance and fly away somewhere

Starting over (over and over and over)