Il flusso delle acque come metafora dell’esistenza: “Bristol County Tides”, il nuovo album della cantautrice statunitense Annie Keating
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Il movimento delle maree, influenzato dalla luna, può essere metafora dell’esistenza umana, soggetta all’alternarsi di momenti positivi e negativi, abbondanza e ristrettezze, progressi e regressi. Il variare della profondità del mare rimanda agli alti e bassi dell’umore. L’alta marea può rappresentare fiducia e ricchezza di opportunità, la bassa ripiegamento e sconforto.
L’acqua è anche simbolo di vita e di rinascita e dunque, anche se il nostro spazio vitale si inaridisce, prima o poi la speranza e la gioia torneranno da affluire verso di noi. Anche nelle circostanze meno favorevoli, dunque, può essere di conforto l’idea che, come le maree hanno un andamento ciclico, anche nella nostra esistenza l’infelicità sia solo momentanea… Le onde marine possono, infine, ricordare i flussi pandemici e il conseguente susseguirsi di periodi di speranza e di pessimismo.

L’immagine della marea e dei suoi alti e bassi è al centro di Bristol County Tides, l’ultimo album di Annie Keating, una delle più interessanti cantautrici della nuova scena americana, spesso accostata, per il suo talento, a Joan Baez. Il suo stile compositivo si caratterizza per la sua grande capacità di storytelling e per il fascino delle sonorità assicurate dalla presenza degli eccellenti strumentisti della sua band: Todd Caldwell (organo, piano, melodica, fisarmonica), Teddy Kumpel (chitarra, basso, mandolino, banjo) e Steve Williams (batteria e percussioni). Il disco è pubblicato dall’etichetta italiana Appaloosa Records.
Il suo decimo full-length, come molti dei dischi usciti nel 2021, è “figlio” dell’esperienza della pandemia. Residente a Brooklyn, Annie si è infatti trasferita nei mesi più bui del lockdown, nel marzo 2020, con tutta la famiglia nel Massachusetts, a 4 ore di auto da casa, in una cittadina in riva al fiume e non lontana dall’oceano. Come lei stessa afferma nel booklet interno del CD, l’ispirazione per le 15 canzoni di cui il lavoro si compone è nata qui, nella Bristol County, un luogo isolato, che ha comportato per la musicista e la sua famiglia un radicale cambiamento di abitudini e di prospettiva. Da aprile ad ottobre, Annie ha scritto tutti i brani, confortata dalla presenza dei propri cari e dai nuovi amici e vicini che vivevano accanto al suo cottage. Il fascino del paesaggio naturale e, soprattutto, le maree hanno stimolato la sua creatività, permettendole di comporre uno dei lavori più riusciti ed ispirati della propria carriera.

Il disco è idealmente diviso in due parti: le prime sette tracce hanno un piglio più rock, mentre le successive sono prevalentemente ballate dalle sonorità acustiche. L’album è dedicato alla madre, Doris, citata come costante fonte di ispirazione, e infatti una canzone ne porta il nome e ce la presenta: una bella donna, forte e alta di statura, arrivata nel 1959 negli USA dall’Europa, e precisamente dall’Ungheria, che fumava la pipa e faceva guidare la piccola Annie tenendola sulle ginocchia. Un ritratto realistico e appassionato di una donna che, a 83 anni, è ancora piena di energia, beve il suo bicchiere di Johnny Walker con un goccio d’acqua e vive serenamente, senza rimpianti:
She’s 83, getting younger by the day
It’s how you feel in your heart, that’s what she’d say…
L’artista fa suo anche un motto di John Prine, artista scomparso a causa del Covid-19 e punto di riferimento del cantautorato statunitense contemporaneo: “Stay vulnerable”. Keating si espone, infatti, in tutta la propria fragilità e vulnerabilità, narrando storie di cambiamento, di perdita, di intensi affetti e, soprattutto, interrogandosi su ciò che conta veramente nella vita. Moltissimi artisti hanno vissuto il periodo della pandemia come uno “stop” forzato durante il quale riflettere e portare a termine lavori rimasti incompiuti, o trovare nuovi stimoli compositivi dalle difficoltà del quotidiano e dalla situazione di incertezza generale, ricca di smarrimento e di interrogativi. Da questa esperienza la cantautrice ha ricavato delle autentiche perle, inanellate nella sequenza di questo album, che è stato definito il migliore e il più maturo della sua produzione.
Il disco si apre con l’accattivante Third Street, caratterizzata dalle sonorità dell’organo, dalla linea di basso e dalla chitarra, che introduce gli abitanti del villaggio che ospitava la famiglia Keating. Seguono brani dai titoli emblematici, come Kindred Spirit, Nobody Knows, Kindness, Song for a Friend, la già citata Doris e Bittersweet, che parlano di intensi affetti, spiriti affini, persone scomparse, amori lontani. Ricorre il tema dei legami indissolubili, che né la lontananza né la scomparsa dei propri cari possono cancellare. La marea del titolo è un’immagine ricorrente: due brani rievocano l’immagine delle acque che si ritirano e che avanzano, Blue Moon Tide e High Tide.
Marigold, uscita anche come singolo, è un inno alla gioia di vivere: la protagonista si tinge i capelli di biondo e dichiara che non è più tempo di cantare canzoni tristi:
Maybe it’s time for no more sad songs,
Leave them to the past to where they belong.
Un invito alla spensieratezza è poi Hank’s Saloon, ideale visita ad un luogo dove è possibile annegare in qualche bicchiere ansie e preoccupazioni; il ritornello è un vero e proprio coro di avventori del locale, un po’ brilli e dallo spirito leggero.
Il disco si chiude con una nota malinconica: Shades of Blue parla, ancora una volta, dell’incertezza, delle aperture e delle chiusure, delle tonalità di azzurro che, in inglese, sono anche sfumature di tristezza. Ma, al tempo stesso, è presente la speranza: si fa tesoro delle proprie esperienze, anche di quelle negative, in modo resiliente, ricavandone insegnamenti e mostrando gratitudine per i doni ricevuti: l’ultima traccia, Goodbye, racchiude questo stato d’animo. È dunque tempo, idealmente, per Annie e la sua famiglia di far ritorno in città, dopo questa parentesi meditativa, a contatto con la natura, che ha permesso alla musicista di esplorare le mille sfaccettature del suo animo e di tradurle in musica e parole.
