Un film culto della mia adolescenza: Pretty in Pink
Qualche mese fa ho acquistato su internet, d’impulso, il DVD di Pretty in Pink. L’ho lasciato sullo scaffale ancora incartato e finalmente l’altra sera, per dare senso ad una giornata un po’uneventful, l’ho inserito nel lettore, pronta per un salto all’indietro di oltre trent’anni. Perché questo film mi è rimasto nel cuore fin dalla prima volta che lo vidi in TV? Cosa mi ha spinto a rivederlo ora, a una trentina d’anni, appunto, di distanza dalle vicende narrate, dall’età dei protagonisti e dalla me stessa di allora?
In Italia questa pellicola, che uscì nel 1986, viene considerata, e di fatto lo è, una commedia per adolescenti, ma negli Stati Uniti è un piccolo cult movie. Il suo valore non sta certo nella trama Cenerentola-style: la storia tra Andie (Molly Ringwald) e Blane (Andrew McCarthy), è un po’ melensa, scontata, con l’eroina di umili origini, il (ricco) principe azzurro, i tradizionali aiutanti e gli antagonisti. L’ovvio lieto fine, poi, mi ha sempre lasciato insoddisfatta. Perché Andie si mette insieme a Blane, superando l’ostacolo rappresentato dalla differenza di classe, come in ogni fiaba che si rispetti, e non a Duckie (Jon Cryer), l’amico di una vita, da sempre innamorato di lei? Coronare un sogno d’amore che scavalca le distanze sociali è più romantico, forse, ma Phil-Duckie è un personaggio che attira inevitabilmente le simpatie dello spettatore e non si può non desiderare fino all’ultimo che sia lui il prescelto. Questa sensazione ha una sua valida giustificazione : di recente ho scoperto che, nella versione originale del film, Andie e Duckie si mettevano finalmente insieme, ma durante le proiezioni-test questo finale non piacque e dunque il lieto fine con Blane, in pieno stile Cenerentola, appunto, venne confezionato appositamente.
In realtà quello che mi attrasse all’epoca e che mi fa gustare la visione di questo film ora con lo stesso piacere di allora sta altrove. E’ la sua rappresentazione degli anni Ottanta attraverso l’abbigliamento, lo stile, la musica, elementi emblematici di differenti mentalità e classi sociali, quelle a cui appartengono i protagonisti: preppies eleganti e ossigenati da una parte , hipsters, punk e new romantic dall’altra. Nel 1986 in Italia imperversavano i paninari e i dibattiti sul look, legati a contrasti sociali vagamente paragonabili a quelli rappresentati, esistevano anche da noi, anche se non credo di averli vissuti consapevolmente. Da eterna outsider, non sono riuscita ad appartenere a nessuno degli schieramenti, anche se le mie fantasie, nascoste dietro il mio aspetto ordinario, viravano decisamente in direzione new wave. Ma per tornare al fim, Molly Ringwald, per la quale fu appositamente creato il ruolo di Andie, con le sue mises in tutte le tonalità del rosa e le fantasie floreali, è davvero un personaggio iconico e, anche se non ho mai davvero desiderato di imitarne lo stile, decisamente unico, ho segretamente desiderato di indossare ogni giorno qualcosa di rosa, che resta da sempre il mio colore preferito.
Per non parlare dell’irresistibile Duckie, con il suo DA (acconciatura a “duck’s arse”), le Brothel Creepers, le giacche, le camicie fantasia e quel look tra il teddy boy e il dandy metropolitano che ne fanno un’altra icona.
Parlando dei richies, più che l’insignificante occhiceruleo Blane (Andrew McCarhty non mi è mai piaciuto) mi intriga di il villain della situazione, Steff, interpretato da James Spader, che qualche anno dopo sarebbe stato il protagonista di un altro film a suo modo memorabile: Sex , Lies and Videotapes.
Protagonista indiscussa è, naturalmente, la musica. Partendo dal titolo, tratto da una hit degli Psychedelic Furs, l’abile produttore John Hughes sceglie una sfilza di brani new-wave (alcuni dei quali scritti appositamente per il film) che rendono la soundtrack una delle migliori di sempre: Nik Kershaw, Echo and the Bunnymen, OMD, New Order, Smiths. (Duckie, mentre immagina di dichiararsi alla fanciulla dei suoi sogni, canticchia Love di John Lennon!) E infine il negozio di dischi Trax in cui Andie lavora dopo la scuola, altro luogo mitico, mi ricorda quelli della mia adolescenza (chi mi conosce se li ricorderà… Fabio Dischi e Music Maker) dove passavo i pomeriggi con le amiche scegliendo le foto dei nostri idoli o facendo passare le copertine dei vinili per decidere il prossimo acquisto.
Una curiosità:se la scuola in cui si ambientano molte scene ha un aspetto familiare, sappiate che è la stessa in cui fu girato Grease. E domani mattina indugerò davanti al mio guardaroba per scegliere qualcosa di rosa, che dia un’ottica diversa alla mia giornata. Think pink…