VILLA DE VECCHI, ALEISTER CROWLEY… E I BEATLES

Che cosa hanno in comune la “Casa Rossa” di Cortenova (LC), già Villa De Vecchi, antica dimora in rovina non lontana dalla sponda est del Lago di Como, e i Beatles? Apparentemente nulla, a parte la sottoscritta, appassionata da sempre dei Fab Four e, in tempi più recenti, di residenze e insediamenti urbani abbandonati, dove la natura riprende possesso dello spazio che l’uomo le ha sottratto per qualche decennio o secolo.
Ho visitato di recente ciò che resta della villa, costruita nel 1865 dall’architetto Sidoli in stile eclettico, per volontà di Felice De Vecchi, protagonista del Risorgimento, e ho scoperto che essa, in stato di degrado e di abbandono da parecchi decenni, è stata teatro di leggende e di misteri fin da quando si diffuse la notizia che la moglie e la figlia del proprietario fossero state barbaramente assassinate all’interno dell’edificio.

Considerata una delle “case stregate” più famose al mondo, uno degli aneddoti che la riguardano narra che essa sia stata, intorno al 1920, presumibilmente visitata dall’occultista Aleister Crowley. Questo nome è noto ad ogni beatlesiano che si rispetti: egli compare, infatti, sulla copertina di Sgt. Pepper e non poche sono le connessioni, vere o presunte, tra lui e il quartetto.
Figura assai controversa, Crowley è considerato il fondatore del moderno occultismo e fonte di ispirazione per il satanismo, sebbene alcuni studiosi lo reputino non necessariamente coinvolto in queste pratiche. A lui è attribuito il tentativo di creare una «religione magica», fondata principalmente sulla magia sessuale. Dopo aver rigettato la rigida educazione religiosa ricevuta da bambino, Aleister (il cui vero nome era Edward Alexander) aveva studiato all’università di Cambridge e in seguito, trasferitosi a Londra, aveva avuto una vita sessuale molto attiva, collezionando partner di entrambi i sessi. Fu membro dell’ordine “Golden Dawn” e della Massoneria, anche se venne isolato dalla comunità esoterica. Nel 1920, dopo aver viaggiato intorno al mondo, l’occultista giunse in Italia e si stabilì a Cefalù, dove istituì la comune dell’Abbazia di Thelema, luogo in cui visse con alcuni seguaci prima di essere espulso dal Regno d’Italia, ufficialmente per presunto antifascismo, in realtà a causa di una morte sospetta legata alle pratiche nell’abbazia.

Come afferma David Harrison, docente universitario britannico specializzato in studi sulla massoneria, Crowley era noto ai Beatles per i suoi studi sul “reverse speech”, tecnica da loro utilizzata in numerose registrazioni, a partire da “Rain”, nel 1966, in cui compare per la prima volta un effetto sonoro ottenuto con un nastro suonato al contrario. Nel 1910 il misterioso personaggio scrisse una raccolta di poesie intitolata “The Winged Beetle” e, quando il gruppo si sciolse, lo studioso riferisce che alcuni fans vollero vedere nel nome della nuova band di McCartney, i Wings, un riferimento al volume: il “winged beetle” sarebbe stato proprio lui, “Macca”. Questa connessione aprirebbe così il campo a una serie di questioni riguardanti la leggenda PID (Paul is Dead), che sono state puntualmente indagate da Glauco Cartocci nel suo volume “Il caso del doppio Beatle”(Robin Edizioni, 2015).


Senza scendere nel dettaglio, è comunque evidente da una serie di testimonianze riportate da Cartocci nel suo studio che l’oscura figura di Crowley abbia dei legami, alcuni verosimili, altri improbabili o fantasiosi, con McCartney e i Beatles. Ad esempio, le posizioni assunte dai Quattro sulla copertina di “Help” potrebbero ricordare alcune posizioni magiche studiate dall’occultista, ed è altrettanto vero che costui invitava i propri adepti a parlare “alla rovescia”, e ciò lascerebbe campo libero a chi, ascoltando i dischi dei quattro di Liverpool al contrario, ha voluto individuare in alcune registrazioni la presenza di messaggi e indizi relativi al “PID” (per un’indagine approfondita in merito, rimandiamo al già citato saggio di Cartocci). Meno credibile, invece, appare la teoria della somiglianza tra le foto del giovane Paul e del giovane Aleister, o il fatto che Tara Browne, amico dei Fab Four morto in un’incidente d’auto nel 1966, fosse il figlio segreto del “mago”.

David Harrison puntualizza inoltre come sulla cover di “Pepper” siano presenti anche Lewis Carroll, autore che come è noto influenzò notevolmente John Lennon, ed Oscar Wilde, a sua volta membro della Massoneria. Tutti e tre gli autori rappresentano, ciascuno a suo modo, la volontà di fuga da parte degli artisti vittoriani dalla mentalità ristretta dell’epoca, che tollerava grandi contraddizioni (lo splendore dell’impero britannico e la squallida povertà dei sobborghi londinesi; la pruderie della borghesia e la sfrenata licenziosità di alcuni strati della società) all’interno di quello che fu definito “compromesso vittoriano”. Se “Il ritratto di Dorian Gray” è l’emblema per eccellenza della “doppia morale” in vigore nell’Inghilterra a cavallo tra due secoli, le opere di Crowley rappresentano a loro volta un aspetto meno conosciuto al grande pubblico, ma non per questo meno significativo, dell’epoca vittoriana, e cioè la diffusione dell’interesse per l’esoterismo e la magia. Tra gli adepti del Maestro che poi si distaccarono dai suoi insegnamenti ricordiamo Ronald Hubbard, fondatore di Dianetica e della chiesa di Scientology.



Lo studioso dell’occulto ha esercitato per decenni un indubbio fascino tra gli artisti e, in tempi più recenti, tra le rockstar. Jimmy Page, ad esempio, è uno dei maggiori collezionisti mondiali di materiale crowleyano e ha addirittura acquistato Boleskine House, sul lago di Loch Ness, una delle residenze appartenute a Crowley.

Ozzy Osbourne e David Bowie hanno menzionato l’oscuro personaggio nelle loro canzoni: il primo gli ha dedicato il brano Mr. Crowley nell’album Blizzard of Ozz del 1980, il secondo lo ha citato nell’album del 1971 Hunky Dory. Altri illustri appassionati sono Mick Jagger e Marylin Manson. Il gruppo tedesco degli Alphaville ha tratto ispirazione da Crowley per la realizzazione dell’album Afternoons in Utopia, del 1986, e il loro cantante Marian Gold ha affermato di essersi ispirato alle opere di Aleister per il brano Red Rose. Infine Bruce Dickinson degli Iron Maiden lo ha sempre considerato un punto di riferimento, tanto da collaborare alla sceneggiatura di The Chemical Wedding, un film del 2007 incentrato sulla figura di Crowley,

Tornando alla “Casa Rossa”, in realtà non esiste alcuna prova relativa alla visita dell’illustre personaggio, che secondo alcune dicerie vi soggiornò per due notti prima di partire per il Sud Italia; contestualmente alla notizia della sua presunta permanenza si diffusero voci relative al manifestarsi di fantasmi e a pratiche di orge e riti satanici tra le mura dell’edificio. Le leggende sulla dimora, comunque, si moltiplicano, al di là della presenza dell’occultista. Si parla di voci notturne e di apparizioni misteriose, sempre smentite dall’ex custode della villa; persino di una musica di pianoforte udibile nelle ore notturne – un vecchio strumento è uno dei pochi arredi sopravvissuti, dopo decenni di atti vandalici e di devastazioni.

“Amore è la legge, amore sotto la volontà”: che il motto dell’abbazia di Thelema abbia lontanamente a che vedere con “All you need is love- Love is all you need”? I misteri della Casa Rossa, tanto quanto la portata dell’influsso esercitato dal re dell’occulto sui Beatles e su tanti altri rockers, resteranno insoluti e inquietanti. La villa non potrà tornare ai suoi antichi splendori, perché i sei milioni di euro occorrenti per restaurarla, unitamente al livello di rischio idrogeologico del territorio su cui è situata, non lasciano presagire un suo possibile “ritorno alla vita”. Possiamo solo contemplarla da lontano o muoverci con cautela tra i calcinacci e le pareti crollate, immaginando cosa sia potuto accadere tra quelle mura e lasciandoci affascinare dal paesaggio circostante, senza concentrare troppo l’attenzione sulla figura di quell’oscuro “indagatore dell’ignoto” che in qualche modo aveva solleticato la fantasia dei Fab Four.
