Ritorna la grande musica alla biblioteca di Verano Brianza
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“Cortili Verticali”: un nome suggestivo per una rassegna che, da diversi anni, porta nella sala civica “Mons. Galbiati” della cittadina brianzola eccellenti musicisti. Per Verano sono passati, nelle varie edizioni, artisti del calibro di Bocephus King e James Maddock, ma anche lo stesso Andrea Parodi, per il quale quello di ieri sera, 13 novembre, è stato un gradito e atteso ritorno.

I cortili sono le vecchie corti, che in paesi come Verano sono stati, e sono tuttora, luoghi di vicinato e di aggregazione. Alcune di esse mantengono intatto il fascino di altri tempi e portano nomi antichi: Curt del Urtulan, Curt del Sciur Pepp e così via. Nelle serate estive, a volte, questi spazi si animano grazie ai concerti e narrano “storie di cortile” con le parole e le note di grandi cantautori, l’ultimo dei quali è stato Alberto Bertoli lo scorso luglio. E dietro a tutto questo c’è sempre lui, Parodi, infaticabile promoter ed organizzatore oltre che musicista. I cortili, reali o virtuali, divengono così “verticali” perché sono luoghi di cultura e di ritrovo per persone di tutte le generazioni con eventi che spaziano attraverso diversi generi.



E “verticale” è stata la proposta musicale di ieri sera, con un filo che legava la tradizione cantautorale italiana da Nord a Sud, affiancando un artista di spessore come Marco Corrao, proveniente da Capo D’Orlando, allo stesso Parodi e alla sua band. Alle loro spalle, proiettata su un maxischermo, una strada, quella raffigurata sulla copertina dell’album Zabala: un nastro d’asfalto, la Route 6, che scorre (questa volta orizzontalmente, da ovest a est), attraverso gli Stati Uniti, ma che collega anche, idealmente, le grandi distese d’oltreoceano con la nostra Brianza nel retroterra culturale del musicista canturino.

Verticali, infine, sono i sogni: i musicisti di tutte le latitudini, infatti, narrano storie di viaggi, sentimenti, tradizioni che riempiono il cuore del loro pubblico, restituendo il senso dello stare insieme senza timore, del ritrovarsi per ascoltare melodie e racconti e dell’alimentare il proprio desiderio di bellezza.
Marco Corrao, classe 1981, narra nelle sue canzoni vicende di vita vissuta, con particolare attenzione all’universo femminile, ma anche le antiche tradizioni della sua Sicilia. Al suo fianco, Riccardo Tesi all’organetto diatonico: un autentico mito, visto che ha collaborato con Fabrizio De André, Ivano Fossati, Giorgio Gaber ed Ornella Vanoni. Tesi ha intessuto con il suo strumento trame musicali delicate e suggestive, che hanno impreziosito e composizioni dell’artista siciliano.


Il primo brano, Le tue bellissime rughe dall’album “Storto” (2016) è un tributo di affetto ad una donna non più giovane e al suo valore. Dallo stesso lavoro, l’artista ha proposto Marta, dedicata invece ad una ragazza che cerca di se stessa e nel contempo è piena di passione, “come sole che riscalda l’inverno”.
Un’altra immagine femminile è poi protagonista di una tragica vicenda: Corrao ha scritto Fior de macadam per Lorena, morta tragicamente in un incidente stradale. I brani più intensi, però, sono quelli che il cantautore dedica alla sua terra natale e a riti come quello della mattanza dei tonni, come Bona Crianza, o alle processioni come quella di San Giuseppi, protettore dei pescatori. La lingua siciliana è in grado di veicolare sentimenti viscerali, perché parla di fame, di sangue, di lotta per la sopravvivenza da parte degli esseri umani, ma anche dal punto di vista degli animali.


Molto significativa, dunque, è Mori senza cruci, il racconto che un maiale della pregiata razza dei Nebrodi fa nel tentativo di sfuggire a chi lo vuole uccidere per impossessarsi della sua carne. La ricerca compiuta dal musicista nelle tradizioni siciliane – l’isola è, a detta dello stesso artista, luogo affascinante ma anche terra di forti contrasti, come egli narra nella canzone Terra di meraviglie – è estremamente interessante. Essa si dipana lungo un percorso che va dall’album “Liggenni”, del 2018, realizzato con Mimì Sterrantino, a “Pietre su Pietre” uscito lo scorso anno (con la title track di questo lavoro Corrao ha chiuso il suo set) all’ultimo disco, “Nebros”, raccolta di canzoni sui Nebrodi, catena montuosa della provincia di Messina, che raccontano leggende e storie di questo territorio.


Dopo questo intensa e applauditissima prima parte, sono saliti sul palco Andrea Parodi Zabala e i suoi Borderlobo: un ensemble di musicisti che può variare a seconda delle occasioni e che si compone di collaboratori abituali e di ospiti d’eccezione, gli stessi, numerosissimi, che compaiono anche nell’ album uscito lo scorso maggio. Ieri hanno affiancato il songwriter brianzolo Max Malavasi alla batteria, Alex Gariazzo alle chitarre, ukulele e banjo, Angie al basso e, last but not least, l’inconfondibile tromba di Raffaele Kohler.


Quelle di “Zabala” sono storie di affetti familiari, di mare e di frontiera, ma anche di solitudine e disperazione, tra Cantù, il mar Adriatico, il Messico e il Brasile. L’avvicendarsi delle stagioni in Buon anno fratello, la malinconia della spiaggia a novembre in Se vedessi la baia ora, l’incombere di un destino avverso nella murder ballad I piani del Signore sono vicende di intensa umanità. Una ventata di allegria porta la travolgente C’è, scritta da Andrea quando ha scoperto che sarebbe diventato papà: una appassionata dedica alla moglie Elena ed una celebrazione – più unica che rara nel repertorio di Parodi – dell’amore che cambia la vita e le conferisce “tutto un altro sapore”.

Gabriela y Chava Moreno è il ritratto di una giovane donna messicana, tra speranza, miseria e rassegnazione. Nella delicata È solo un fiore (che nel finale si trasforma in una coinvolgente When the Saints Go Marchin’ In) è salito sul palco Woody Parodi al piano. Non può mancare, poi, come sempre quando Kohler è presente, il tributo a Fabrizio De André con la struggente Canzone dell’amore perduto.

A chiudere il concerto, Carlos e Smith, brano dedicato agli atleti che manifestarono contro il razzismo nelle Olimpiadi di Città del Messico nel 1968, e la Ninna nanna del maggio in versione acustica.
L’esibizione ha ricevuto un’accoglienza calorosa da parte dell’entusiasta pubblico: a tutti quanti, l’augurio che occasioni come questa si ripetano, per alimentare i nostri sogni come solo la musica sa fare.

Andrea Parodi tornerà con i suoi Borderlobo il 24 e il 25 novembre a Cantù, presso l’agriturismo “La cascina di Mattia”, per un evento musical-gastronomico in cui si potrà gustare la celebre cassoeula. Prenotazioni al numero 0317073814.
Un ringraziamento speciale va a Graziano Franceschin per aver realizzato i bellissimi scatti fotografici.
