A 53 anni dall’evento beatlesiano, i Nowhere Land ne ricreano la magica atmosfera sulle rive del Ceresio
Il Rooftop Concert è sicuramente uno dei momenti più memorabili della storia del rock: come è noto, il 30 gennaio 1969 i Beatles si esibirono per l’ultima volta insieme a Londra, sul tetto della Apple Corps., al numero 3 di Savile Road. Era il loro primo live a distanza di tre anni, vale a dire da quando il quartetto aveva deciso di non suonare più dal vivo, dopo la conclusione del loro tour nella venue di Candlestick Park, a San Francisco, il 29 agosto 1966.
Il concerto londinese durò 42 minuti e venne interrotto dall’intervento della polizia per disturbo alla quiete pubblica. Esso si concluse con l’ironica esclamazione di John Lennon: «I’d like to say thank you on behalf of the group and ourselves and I hope we’ve passed the audition!». L’evento venne immortalato dal regista Michael Lindsay-Hogg e registrato dal tecnico del suono Alan Parsons; recentemente esso è stato riproposto in versione restaurata da Peter Jackson all’interno del documentario Get Back, uscito un paio di mesi fa.

Fin qui, nulla di nuovo: ogni beatlesiano che si rispetti conosce questa vicenda. Tuttavia, domenica scorsa, proprio in occasione del 53mo anniversario dell’evento, ha avuto luogo a Morcote, sul lago di Lugano, una rievocazione d’eccezione di questo concerto che ha ottenuto un grandissimo riscontro. Naturalmente io c’ero e sono doppiamente entusiasta di poterne parlare: prima di tutto perché sono stata presente in una circostanza in cui non potevo mancare, e poi perché i protagonisti di questa ricostruzione sono dei miei carissimi amici, i Nowhere Land, l’unica Beatles tribute band del Canton Ticino, già protagonisti di molte edizioni dei Bellinzona Beatles Days.

Alle ore 15, sul tetto dell’autosilo Garavello di Morcote, suggestivo borgo sulle rive del Ceresio che è spesso teatro di eventi culturali e musicali, la formazione ticinese ha dato vita ad un entusiasmante replica di una delle performances più famose di sempre. Rocco Cappa rivestiva i panni di John Lennon, Claudio Valente quelli di George Harrison (entrambi con tanto di pelliccia, nonostante la temperatura quasi primaverile) e Max Moretti quelli di Paul McCartney. Al posto del batterista Tiziano Caprara, assente per motivi di salute, il ruolo di Ringo Starr è stato rivestito da Robby D’Angelo, già alla sezione ritmica degli Instant Karma, la John Lennon tribute band fondata dallo stesso Cappa e in cui milita anche Moretti. Sempre “in prestito” dagli Instant Karma il tastierista Salvatore Succurro a rappresentare il “quinto Beatle” Billy Preston.

La scaletta, che è durata circa 40 minuti come quella del concerto del 1969, ha riproposto diversi tra i brani che i Fab Four eseguirono davanti allo stupefatto pubblico della capitale britannica: Get Back, Don’t Let Me Down, One After 909, Dig A Pony. Ad essi la band ha aggiunto altri pezzi del repertorio beatlesiano di quel periodo, come Revolution, The Ballad of John And Yoko, Across The Universe, Back In The USSR, Hey Bulldog, Come Together, Something e Let It Be. Quella dei Nowhere Land non è stata una riproposizione pedissequa e filologica, ma una performance di ottimo livello che ha ricreato la magica atmosfera di quel giorno, ovviamente in un contesto con caratteristiche differenti.

Sulla chiusura di Get Back, due agenti di polizia del comune di Morcote sono intervenuti, a sorpresa, a staccare la corrente, simulando quanto accaduto sul tetto della Apple. Molti componenti del pubblico, evidentemente non conoscendo la vicenda originale, hanno vivacemente protestato per l’interruzione, per poi essersi resi conto subito dopo che si trattava di una messa in scena. Dopo due bis (Imagine e Twist And Shout) gli organizzatori dell’evento si sono rivolti al pubblico per ringraziarlo della numerosa partecipazione e per illustrare le motivazioni dell’evento. Sono intervenuti Grant Benson, CEO di Radio Morcote International, la quale ha organizzato e patrocinato il concerto, il Capo del Dicastero alla Sicurezza Jürg Schwerzmann e Daniela Moroni, portavoce della radio. Ma colui che ha ideato inizialmente il progetto è un altro mio carissimo amico, Oliver Pepper, beatlesiano D.O.C. e ambasciatore “Peace & Love” di Ringo Starr per la Svizzera.

La perfetta riuscita della rievocazione è stata assicurata dalle condizioni climatiche ottimali, con temperature miti e un cielo terso; dall’alto del settimo piano dell’autosilo i partecipanti hanno potuto godere lo splendido panorama lacustre che rende Morcote una location unica e suggestiva, meta di molti turisti. Il territorio del Ceresio, tra l’altro, presenta significativi legami con i Beatles, ed in particolare con George Harrison che visse qui la parte finale della sua vita, prima della sua prematura scomparsa nel 2001 a causa di un cancro, facendosi curare a Bellinzona e risiedendo a Montagnola, in una villa nei pressi di quella appartenuta ad Herman Hesse. Harrison visitò anche Morcote con la seconda moglie Olivia Arias e con il figlio Dhani.

Quella di domenica scorsa è stata un’opportunità entusiasmante che resterà nel mio personale archivio dei miei ricordi beatlesiani più belli. Resto in attesa, ora, della prossima edizione dei Bellinzona Beatles Days, che si terrà dal 20 al 22 maggio 2022, per vivere altre grandi emozioni all’insegna della musica dei Fab Four.
