Nella cittadina ticinese sarà possibile ammirare fino al 21 agosto una splendida mostra di memorabilia musicali

La lunga strada del rock passa per la Svizzera, anzi, per il Canton Ticino? A quanto pare sì, dato che ancora una volta Morcote, la perla del Ceresio situata a soltanto mezz’ora da Como e un’ora da Milano, si conferma come il borgo più “rockettaro”della Confederazione. Dopo il successo del “Rooftop Concert” tenutosi lo scorso 30 gennaio, con la replica del famoso concerto dei Beatles sul tetto della Apple del 1969, organizzata sulla sommità del locale autosilo Garavello, e la mostra di foto di Massimo Rana “FrontStage, ritratti sul palco” (entrambi eventi di cui ho avuto occasione di parlare), domenica scorsa, 31 luglio 2022, è stata inaugurata nella cittadina lacustre l’esposizione “The Long Road of Rock. 40 anni di memorabilia del mondo del rock”, in collaborazione con Rockdream e Radio Morcote International.

Dal 4 agosto al 21 agosto 2022 – ogni giovedì, venerdì, sabato e domenica, dalle ore 17.00 alle ore 21.00 – nella Sala Sergio Maspoli del Comune di Morcote, sarà quindi possibile ammirare oltre 400 cimeli e preziosi pezzi da collezione raccolti in 40 anni, tra viaggi in giro per il mondo e concerti, dai ticinesi Claudio Mollekopf ed Eros Girardi.

“The Long Road of Rock” accompagnerà dunque i visitatori in un ideale viaggio che toccherà le tappe più importanti della storia del rock, dai Sixties agli anni Duemila. L’evento fa parte della più ampia rassegna “Summer in Morcote”, che comprende concerti ed altre manifestazioni a carattere culturale nel corso del periodo estivo.

La vocazione di Morcote come centro musicale e artistico ha una lunga storia. Uno degli ospiti più illustri è stato George Harrison, il quale, dopo aver comprato una villa proprio accanto a quella dello scrittore Herman Hesse, a Montagnola, visitò il paesino più volte insieme alla moglie Olivia.

Olivia e George Harrison in Svizzera

Partner fondamentale dell’iniziativa è Radio Morcote International, l’emittente creata dallo speaker britannico Grant Benson e da Daniela Moroni, pittrice, PR e responsabile dell’ufficio stampa. Benson, residente nel borgo svizzero da molti anni, dopo aver iniziato la sua carriera solcando i mari del Nord con Radio Caroline, la più famosa radio pirata della storia, ha collaborato con i più grandi network radiofonici internazionali e in seguito ha fondato Radio Morcote International, nominata di recente “Switzerland’s Best Rock Station”. L’emittente ticinese, che trasmette in streaming, è nata nell’aprile 2020, in pieno lockdown, una settimana prima della scomparsa del fondatore della stessa Radio Caroline, Ronan O’Rahilly.

La collezione esposta a Morcote non è solo una raccolta di memorabilia raccolti in oltre quarant’anni da due sognatori, collezionisti e amici, ma è anche il racconto di una parte importante della storia della musica, uno spaccato della società occidentale, della cultura e del costume attraverso oggetti e immagini iconiche, come quelle delle copertine più famose di sempre.

Claudio Mollekopf ed Eros Girardi, grandi appassionati di rock fin da ragazzini, hanno messo a disposizione parte della loro collezione – composta da innumerevoli dischi autografati, dischi d’oro, locandine, strumenti musicali ed altri pezzi di grande valore – messa insieme in quattro decenni trascorsi tra concerti, viaggi, acquisti, scambi e frequentazioni di aste, fiere del disco e mercatini di oggetti vintage. A Morcote, quindi, è possibile vedere una chitarra di Keith Richards, una firmata da Alice Cooper contenuta in una poco rassicurante “Coffin Case”, il basso di Gene Simmons dei Kiss modello “Cort Axe” ed una replica della Fender Stratocaster utilizzata da Jimi Hendrix all’isola di Wight nel 1970. Moltissimi i dischi d’oro e di platino, realizzati dalle case discografiche in un limitatissimo numero di pezzi per celebrare i record di vendite degli album e spesso non ritirati dagli stessi artisti e di conseguenza immessi sul mercato del collezionismo, come ha spiegato Mollekopf. Tra questi, l’MTV Platinum Award assegnato a David Bowie, il disco d’oro di Morrison Hotel dei Doors con una speciale photo session del 1969 e il “RIIA Award” della Capitol Records attribuito ai Beatles per The Beatles – 20 Greatest Hits.

Claudio Mollekopf racconta che da ragazzino il suo sogno, come quello di tanti suoi coetanei, era di diventare musicista, ma era l’epoca del prog e per sfondare nel mondo del rock occorreva molto talento. La sua passione per la musica, pertanto, si è realizzata andando a concerti e collezionando magliette e dischi finché, con il passare degli anni e la maggiore disponibilità economica, Claudio è riuscito a venire in possesso di pezzi rari. “Quanto è qui esposto è un diario di vita a tutti gli effetti” spiega “perché ognuno di questi oggetti è legato ad un momento particolare, e immagino che questa mostra possa suscitare ricordi e nostalgia in molti visitatori”. Il rock, poi, è un vero e proprio lifestyle che consente di restare eternamente giovani e che regala sempre grandissime emozioni: “Quest’anno compio 65 anni, ma la mia passione per il rock resta inalterata: di giorno vado al lavoro in giacca e cravatta, ma se la sera devo andare ad un concerto indosso il ‘chiodo’, un paio di jeans e via!”

Claudio Mollekopf, Eros Girardi, Jürg Schwerzmann (municipale del Comune di Morcote) e Grant Benson

Se il primo pezzo della collezione di Claudio è il primo vinile che ebbe modo di acquistare con i suoi guadagni di apprendista, cioè The Dark Side of the Moon dei Pink Floyd, l’album che ha dato una “svolta” alla sua attività di collezionista è stata la copia di Abbey Road firmata da tutti e quattro i Beatles. Altri cimeli in suo possesso sono legati a vere e proprie avventure: in una di esse, in occasione di un concerto degli AC/DC a Torino in cui gli svizzeri Gotthard facevano da gruppo di apertura, Mollekopf riuscì non solo ad “infilarsi” nel backstage per far firmare ai componenti della band australiana la propria copia in vinile del loro ultimo album, ma anche il relativo disco d’oro. La sua raccolta completa può essere ammirata sul sito www.rockdream.zone.

L’amicizia tra Claudio ed Eros Girardi dura da trent’anni: i due si incontrarono casualmente in un negozio di dischi in cui lavorava la futura moglie dello stesso Girardi. Quest’ultimo ha iniziato la propria collezione proprio trent’anni fa e ha messo insieme i pezzi che la compongono con molto impegno e dedizione. “Con internet, oggi, è molto più facile procurarsi dischi e oggetti rari” spiega. “In passato bisognava passare attraverso riviste specializzate, fiere, mercatini ed aste, come Sotheby’s o Christie’s a Londra”. La passione di Girardi è iniziata con i Deep Purple per poi estendersi ad altre band e musicisti. Naturalmente la sua casa è simile ad un museo per la grande quantità di materiale che contiene. Tra i cimeli più originali, la chitarra di Alice Cooper nella custodia bianca a forma di bara. Un aneddoto interessante, poi, riguarda l’acquisto di una pelle della batteria di Charlie Watts: “Non ero intenzionato a comprarla, ma poi il venditore ha abbassato il prezzo e mi sono convinto… due giorni dopo, purtroppo, il batterista degli Stones è scomparso e automaticamente il cimelio è divenuto – tristemente – di valore inestimabile”.

Moltissimi i dischi autografati esposti, di diversi generi ed epoche, dal rock n’roll all’heavy metal, dal prog al pop, rappresentativi di innumerevoli musicisti e band come Beatles, Bob Dylan, Rolling Stones, Queen, Who, Genesis, Johnny Cash, Nirvana, Madonna, Michael Jackson… Il rock continua a farci sognare da settant’anni e questa mostra è davvero rappresentativa della sua storia, o quantomeno di quella “ufficiale”, rappresentata dagli artisti più celebri. Ogni visitatore avrà modo di trovare qualche pezzo ricco di fascino e di valore che vorrebbe possedere ma, al di là di questo, il rock è prima di tutto un sogno, e poi uno stile di vita, e la sua lunga strada merita di essere percorsa fino in fondo.