Renato Franchi & l’Orchestrina del Suonatore Jones in concerto a Rescaldina
“Cantare Fabrizio De André è un ‘diritto’, perché le sue canzoni fanno parte della nostra storia, trasmettono valori, sentimenti ed emozioni in cui possiamo riconoscerci, al suono delle sue immortali melodie… ma è anche una responsabilità, perché riproporre il suo repertorio richiede impegno e rispetto”.
Questa dichiarazione di intenti racchiude in sé il senso dell’omaggio a Faber che Renato Franchi e l’Orchestrina del Suonatore Jones hanno reso nel loro recente concerto presso “La Tela- Osteria del Buon Essere” di Rescaldina. Il percorso della band nel riproporre il repertorio di De André insieme a quello di molti altri grandi autori, parallelamente alle proprie composizioni, è iniziato negli anni ’90 e ha visto la formazione impegnata in centinaia di serate e di progetti, molti dei quali a sfondo sociale e a tutela della memoria storica. Dal 2006 ad oggi, poi, la formazione (che in alcuni dischi ha preso il nome di “Renato Franchi & His Band”, pur avvalendosi degli stessi componenti) ha pubblicato dieci album di inediti, collaborando con ospiti prestigiosi come i Gang, Claudio Lolli, Alberto Bertoli, Fabrizio Poggi,Michele Gazich. Meritano una citazione, tra i vari lavori, Le stagioni di Anna Frank, disco ispirato dalla visita di Franchi ad Auschwitz, Con un bel nome d’avventura, dedicato alla Resistenza, e gli ultimi quattro dischi (Oggi mi meritavo il mare, 2018; InCanto, 2020; Penne e calamai, 2021, e Mi perdo e m’innamoro, di recente pubblicazione) in cui il cantautore ha esplorato prevalentemente tematiche più intimiste, descrivendo il sentimento d’amore in tutte le sue sfaccettature e ricercando serenità e bellezza nella quotidianità, nella natura, nei rapporti umani.



Rescaldina non è solo la cittadina, situata tra le province di Milano e Varese, in cui Franchi risiede, ma è anche un luogo legato alla presenza di Fabrizio De André: come ricorda Renato, il cantautore genovese aveva fatto tappa, nel 1985, nel locale Teatro La Torre, e qui aveva provato i propri brani per lunghi pomeriggi con i suoi musicisti, mettendo a punto in modo attento e minuzioso i pezzi per il tour di Crêuza de Mä. “Abbiamo ancora davanti agli occhi il suo sguardo, il suo prendersi cura della propria musica, il rigore tecnico degli arrangiamenti e dell’esecuzione, la ricerca della precisione e della perfezione del suono e della voce, la curata regia del fonico al banco mixer e, soprattutto, la sua grande poesia” racconta il musicista.

Lo scorso sabato 29 gennaio la formazione guidata da Franchi ha dunque idealmente alzato le vele da “questa parte del vento”, la parte di chi è entrato con tutto se stesso nella profondità delle canzoni di Faber. Sul palco, Roberto Nassini alla fisarmonica, Viki Ferrara alla batteria e Dan Shim Sara Galasso al violino hanno affiancato il frontman e la sua chitarra acustica Martin D-28: per questa occasione Renato ha infatti lasciato “a riposo” la sua inseparabile (e lennoniana) Gibson J-160 E. Mancava, per un lutto familiare, un componente storico dell’ensemble, il batterista Gianfranco D’Adda, che per 30 anni ha lavorato al fianco di Franco Battiato; il concerto, pertanto, è stato dedicato alla memoria di Maria Grazia, la sorella del musicista, recentemente scomparsa.
Riproporre grandi successi e brani che hanno fatto la storia della canzone italiana è indubbiamente una sfida: moltissimi lo hanno già fatto e le iniziative di omaggio a personaggi del calibro di De André e Battiato si moltiplicano. Come, dunque, realizzare qualcosa di nuovo, conquistandosi un proprio spazio in questo variegato e complesso panorama? Commenta Renato sul proprio intento in questo senso: “La nostra non vuole essere una riproposizione rigorosa, filologica del suo repertorio (di Faber, n.d.r.) I suoi brani partiranno direttamente dal cuore per arrivare a quello di chi ascolta. Questo è per noi l’importante quando si canta De André, ma anche la canzone d’autore, il rock, il blues: tutto transita dal cuore. Questa è la responsabilità che ci vogliamo assumere, questo vuole essere il nostro impegno”.

Franchi ha alternato a pezzi immancabili in un tributo a Faber, come La canzone dell’amore perduto, Ballata dell’amore cieco, Bocca di rosa, Il fiume Sand Creek, Il pescatore canzoni di Massimo Bubola come Ballata dei luminosi giorni e Il cielo d’Irlanda e due brani di Battiato, Sentimiento nuevo e Centro di gravità permanente. La scelta di questi ultimi non è casuale: tra i vari progetti musicali di Franchi, infatti, il più recente è Suggestioni cosmiche per Franco Battiato, che vede la riproposizione del repertorio del cantautore siciliano. Il songwriter ha anche eseguito diverse canzoni di sua composizione: Penne e calamai, Mi perdo e m’innamoro, Serenata delle distanze, InCanto descrivono la meraviglia del vivere, lo stupirsi di fronte alla bellezza della natura e della quotidianità, la fiducia nell’amore come forza in grado di salvare il mondo e di riscattare l’individuo in quanto sentimento autentico e totalizzante. Sono brani intrisi di poesia e di delicatezza, che fanno parte del percorso evolutivo personale dell’artista e che si integrano perfettamente con gli altri pezzi d’autore presenti in scaletta. Ma non mancano altre suggestioni e citazioni: Una radio suona, tratto dall’ultimo album di Franchi, rievoca Bruce Springsteen e la sua Promised Land, mentre Le stagioni di Anna Frank si colloca appieno nel periodo del Giorno della Memoria: ricordiamo che il musicista, abitualmente, partecipa alle commemorazioni legate a questa data nell’ambito di iniziative promosse da scuole ed altri enti culturali del territorio. Altro momento ricco di significato quello rappresentato da Il suonatore Jones, per due motivi: tale brano, tratto dall’album Non al denaro non all’amore né al cielo, descrive una figura di musicista ambulante nella quale De André stesso, come ebbe a dire lui stesso, si identificava; inoltre, come è evidente, proprio a questo personaggio rende omaggio il nome della formazione guidata da Franchi.

Le trame sonore del violino di Sara sono indubbiamente un elemento che ha arricchito e conferito notevole fascino al clima della serata, all’interno di un’ottima performance da parte di tutti i componenti che è stata accolta con calore e affetto dal numeroso pubblico: il concerto, infatti, era sold-out. Molto coinvolgente il momento finale, in cui gli spettatori hanno partecipato ad una versione “corale” di Durango.
Proposta musicale e location sono abbinate in maniera significativa: il tributo alla musica d’autore e ad uno dei cantautori più rappresentativi della nostra storia si è infatti svolto in un contesto in cui buona cucina e proposte culturali vanno di pari passo con la solidarietà. “La Tela”, infatti, è una realtà che ha preso il posto di una pizzeria confiscata alla ‘ndrangheta. Nel 2015 il comune di Rescaldina, con l’obiettivo di dimostrare che si può operare nella ristorazione nel pieno rispetto della legalità e di far diventare il locale un centro di aggregazione e di promozione sociale, culturale e civile, ne ha in seguito assegnato la gestione alla Cooperativa Sociale “La Tela”, in collaborazione con altri enti del territorio. L’offerta de “La Tela” comprende, oltre alla ristorazione, musica del vivo, conferenze ed altre attività quali rassegne cinematografiche e teatrali.

“Quanta musica urgente vedevo più in là/Scendere dal firmamento/Quante storie e canzoni lasciate a metà/Dall’altra parte del vento” scriveva Massimo Bubola nella sua Dall’altra parte del vento, testo in cui rievocava la presenza di Faber, insieme al quale aveva firmato tanti brani. Ma le canzoni di questa serata non sono state “lasciate a metà”. Sono state portate a compimento, riproposte con passione ed impegno, e si collocano “da questa parte del vento”, dalla parte di chi ama la canzone d’autore, la ripropone, la fa rivivere o, semplicemente, la ascolta.
Link alla recensione di “Mi perdo e m’innamoro” sul sito “L’Isola della Musica Italiana“:
http://www.lisolachenoncera.it/rivista/recensioni/mi-perdo-e-minnamoro/