Il concerto-tributo a Faber ritorna a Como

È tornato finalmente allo Spazio Gloria di ComoDai diamanti non nasce niente”, il concerto-tributo a Fabrizio De André giunto alla sedicesima edizione.

Dopo che l’appuntamento dello scorso anno si era svolto a porte chiuse, in streaming, a causa dell’emergenza sanitaria, la kermesse in omaggio a Faber si è svolta ieri sera, sabato 5 marzo 2022, con grande successo e affluenza di pubblico. Come sempre, la serata è stata organizzata da Renato Franchi, la cui Orchestrina del Suonatore Jones è la resident band dell’evento.

Sul palco comasco si sono avvicendati musicisti e formazioni che hanno interpretato non soltanto i brani più conosciuti del cantautore genovese in maniera fedele o con interessanti riletture, ma anche composizioni meno note e per questo più ricercate e preziose. Molti di loro hanno anche proposto pezzi originali: l’intento della manifestazione, infatti, non è soltanto quello di fornire occasione di riascoltare le immortali canzoni di Fabrizio, ma anche di dare spazio ai talenti emergenti e alla musica d’autore in tutte le sue declinazioni.

Durante la serata, condotta dal giornalista Alessio Brunialti, è intervenuto Enzo D’Antuono, direttore del Gloria, che ha promosso la campagna di sostegno al cineteatro, denominata “Manchi tu nell’aria”: senza un adeguato supporto economico, infatti, lo spazio, che per decenni ha promosso nel capoluogo lariano rassegne cinematografiche ed eventi culturali e musicali di altissima qualità, rischia la chiusura. Oltra ad acquistare la ristampa della locandina della prima edizione di “Dai diamanti non nasce niente” per finanziare l’associazione, è possibile aderire alla raccolta fondi con varie modalità (informazioni sul sito http://www.spaziogloria.com).

Hanno aperto il concerto i varesini Those, con una particolare versione di Giugno 73 che citava anche Il Disertore di Boris Vian e La guerra di Piero, per proseguire con un interessante arrangiamento de La canzone di Marinella e concludere il set con una loro composizione, Quattro colori.

A seguire, il giovane cantautore Sandro Tinti, da Legnano, ha scelto di proporre tre brani meno “frequentati” del repertorio di Faber, quali Inverno, Dolce luna e Il testamento, dimostrando grande sensibilità e abilità interpretativa.

I Six Pix, anch’essi legnanesi, si sono distinti per una personale versione della ballata Geordie, ma anche per l’insolito accostamento di un pezzo tanto celebre come questo ad uno come La bottega del falegname, tratto dall’album La buona novella, che contiene un passaggio di forte impatto antimilitarista: “tre croci, due per chi disertò per rubare/la più grande per chi guerra insegnò a disertare”.

Una storia sbagliata, pezzo che De André e Bubola dedicarono a Pier Paolo Pasolini – scelta azzeccata, dato che proprio il 5 marzo 2022 è il centesimo anniversario di nascita dello scrittore – è stato inserito all’interno del proprio set acustico da Bruno Carioti, cantautore originario di Rho, che si è esibito insieme al chitarrista Raffaele Pistone.

Il trio degli Acordirò ha quindi proposto un proprio brano, Sottosopra, dal particolare arrangiamento, dopo due classici immancabili come La Ballata dell’amore cieco e Il Fiume Sand Creek, quest’ultima in versione blues con tanto di slide guitar.

Grandissimo successo per una formazione comasca composta da elementi giovanissimi, ma molto apprezzati ed attivi sulla scena musicale locale: 404 Not Found è un trio femminile composto da Noemi Conti (voce), Elisa Simonetto (chitarra) e Laura Carriero (percussioni), questa volta in versione quartetto con la presenza del bravissimo Elia Liotta al basso. Il gruppo ha dato prova di un eccellente talento vocale e strumentale, eseguendo due brani complessi come Verranno a chiederti del nostro amore e Le acciughe fanno il pallone, per poi dimostrare anche una spiccata abilità compositiva nel brano originale Tra una nuvola e l’altra.

Il trio lecchese dei Lucernari – due chitarre e violino – ha poi eseguito pezzi di notevole spessore quali Le nuvole, Hotel Supramonte ed un’applaudita versione di Don Raffae’, dandone una valida e personale interpretazione, senza però mai stravolgere la poesia di Faber.

La serata si è conclusa, come di consueto, con Renato Franchi e la sua Orchestrina del Suonatore Jones, che da oltre tre decenni basa la sua proposta musicale sull’accostamento al proprio repertorio personale dei brani della migliore canzone d’autore, all’interno della quale De André ha sempre avuto un ruolo di primo piano.

La formazione sì è presentata sul palco al completo: il frontman (chitarra acustica e voce) era accompagnato dalla bravissima Dan Shim Sara Galasso al violino, dal violoncellista Umberto De Paolis, da Gianni Colombo al pianoforte e organo Hammond, e poi da Viki Ferrara alla batteria, Gianfranco D’Adda alle percussioni, Marta Franchi (cori), Jose Carboni (chitarra elettrica), Roberto Nassini (fisarmonica).

Il loro set si è aperto con l’emozionante interpretazione di un brano che sicuramente Fabrizio, artista dalle ben note posizioni pacifiste e libertarie, avrebbe apprezzato: Il disertore di Boris Vian, eseguito a cappella con il solo accompagnamento del violoncello. Tale brano, scritto dal poeta francese nel 1954 per esprimere il proprio dissenso e quello di molti suoi compatrioti dopo i sanguinosi scontri tra la Francia e l’Indocina prima, e contro l’Algeria poi, è una delle più significative e amate canzoni contro la guerra che siano mai state scritte. In Italia è celebre per l’interpretazione che ne diede Ivano Fossati nel 1992, ma va ricordato che lo stesso Franchi la incise a sua volta nel 1994 nell’album Quando la guerra finirà con la Kanzonaccio Band, ottenendo un riconoscimento in Francia per la propria versione. Un pezzo come questo diviene, purtroppo, di drammatica attualità a causa del conflitto in corso in Ucraina e delle tensioni internazionali di quest’ultimo periodo.

Dopo la bellissima e struggente La canzone dell’amore perduto, la band ha poi eseguito alcuni brani dall’album Rimini del 1978: Volta la carta, Andrea e la stessa title track Rimini. Tali pezzi, scritti da De André a quattro mani con Massimo Bubola, sono stati inframmezzati da due composizioni originali di Franchi: Penne e calamai, dall’album omonimo del 2021, e Una radio suona dall’ultimo disco appena uscito, Mi perdo e m’innamoro. Come da tradizione, poi, tutti i musicisti sono saliti sul palco per una trascinante jam session finale sulle note de Il pescatore e di Avventura a Durango.

Da ricordare, inoltre, la presenza dello scrittore Walter Pistarini, autore di ben tre libri sull’opera di Faber tra i quali il recentissimo “Collezionare De André”, monumentale lavoro di ricerca su tutte le versioni discografiche esistenti del cantautore genovese, contenente moltissimo altro materiale, come manifesti e biglietti di concerti: un volume imperdibile, dunque, per tutti gli appassionati.

“Dai diamanti non nasce niente… ma dal Gloria nascono i fior:” con questo commento Renato Franchi ha concluso l’emozionante e lunga serata (oltre tre ore di concerto) per confermare quanto sia importante la presenza sul territorio di realtà come quelle dello spazio Gloria, che con impegno promuovono da moltissimi anni eventi di elevato spessore culturale e artistico a Como e che, senza un adeguato sostegno economico, rischiano di non poter proseguire la propria attività. Ci si augura, dunque, che questo non sia l’ultimo anno che il tributo a Faber viene organizzato in questo spazio. Il richiamo alla necessità di “dare una possibilità alla pace”, poi, è emerso attraverso il filo rosso che lega molti brani di De André, sempre schierato contro i conflitti e contri i poteri forti, e ha trovato la sua naturale conclusione sulle note di Give Peace a Chance di John Lennon, il cui ritornello è stato intonato da tutti i musicisti a conclusione della jam session finale. Dalla musica di Fabrizio e dallo spazio comasco, dunque, nascono fiori di speranza e di pace, che speriamo possano crescere ed rasserenare il nostro futuro.

All pictures by Mary Nowhere