Dal 5 marzo uno dei luoghi-simbolo di Como è di nuovo visitabile con un ricco programma di eventi
Il 5 marzo scorso il Castello Baradello, uno dei simboli della città di Como, è stato finalmente riaperto al pubblico e sarà visitabile tutti i sabati e le domeniche, in orario diurno (9.30-18.00, con visite guidate a pagamento) ma anche serale, in occasione delle speciali “notti al castello” che verranno organizzate periodicamente. Ma non solo: il Parco della Spina Verde, in collaborazione con Slow Lake Como ed altri enti (Palio del Baradello, Casa della Poesia, Return 2 Nature) promuoverà per tutto l’anno visite, laboratori, esposizioni e concerti, affinché il territorio intorno alla torre medievale che domina l’abitato lariano possa divenire un “normale” quartiere frequentato dai comaschi e dai turisti ed essere, dunque, “restituito” alla cittadinanza: questo concetto è stato evidenziato, in occasione della riapertura, da Max Pini, animatore e promotore di eventi culturali a Como, e Fabrizio Bellanca, art performer e designer, a nome di Slow Moon, il brand indipendente che curerà l’allestimento di una serie di mostre di arte contemporanea nello spazio del Baradello.

Il castello, situato ad un’altitudine di 430 mt, sorge in una splendida posizione panoramica con vista sulla città, sul lago e sulle Alpi. Esso prende il nome dal colle Baradello: la radice bar-, in lingua indoeuropea, significa infatti “altura” e ricorre in altri toponimi della zona, come il Monte Barro sopra Lecco. La fortificazione della zona ha origini antiche, perché la posizione strategica ne consentiva l’utilizzo come baluardo difensivo dalle invasioni. Fu poi l’imperatore Federico Barbarossa a far ricostruire l’edificio a partire dal 1158 sui resti di costruzioni bizantine preesistenti. La torre, alta 28 metri e a base quadrata, ha un lato di circa 8 metri e mezzo. Il castello comprendeva diverse altre strutture, che nei secoli sono andate quasi totalmente distrutte, ed è stato oggetto di un recente restauro. È raggiungibile da piazza Camerlata con una passeggiata di soli 20 minuti, oppure in auto, ed è sicuramente una meta affascinante per le gite fuori porta, per lo splendido panorama sul lago e sulla città che si può godere sia dalla base che dalla terrazza sulla cima della torre.

Una magnifica occasione per visitare il castello è rappresentata dall’allestimento, al suo interno, della mostra “La Luna e il Medioevo” dell’artista romana, ma comasca di adozione, Marcella Chirico. L’esibizione, curata da Federica Dell’Oca, coordinata ed organizzata da Massimiliano Pini e Fabrizio Bellanca con il supporto di Enrico Cazzaniga per l’allestimento ed il percorso, comprende una selezione di opere che hanno come fil rouge il tema del Medioevo unitamente all’immagine della luna, a voler evocare il suggestivo cielo notturno che si può ammirare dall’area del monumento. Inaugurata il 5 marzo, essa sarà visitabile fino al 7 maggio negli stessi orari di apertura del castello.

La passione per la storia e l’insegnamento hanno portato Marcella Chirico, pittrice, illustratrice e poetessa oltre che docente, ad avvicinarsi alle tematiche dell’“età di mezzo” e alla decisione di farne l’oggetto delle proprie opere. Il Medioevo narrato nei suoi lavori è un periodo onirico e fiabesco, popolato da dame e cavalieri realizzati con diversi materiali, molti dei quali riflettono la luce e trovano la propria naturale collocazione sulle mura in pietra del castello, fondendosi con l’ambiente circostante. Il percorso espositivo è stato sfruttato in una ricerca “verticale”, seguendo lo spazio della torre, quasi a volersi elevare verso il cielo, come nelle cattedrali gotiche raffigurate dalla stessa artista, fino a raggiungere, idealmente, la luna e le stelle uscendo sulla balconata posta alla sommità. Le tecniche e le materie utilizzate sono molteplici: olio su tela, acrilici, ceramica, alluminio, acciaio, ferro, resina, legno.

Nella sala all’ingresso, la prima opera esposta, Armatura, è realizzata su una tavola di legno marino sulla quale sono applicati strati di alluminio martellato, sagomato, tagliato e cucito a mano. La presenza del metallo evoca la figura del guerriero, del tipico cavaliere medioevale. Aurora è invece composta da pezzi di alluminio e frammenti di compact disc, mentre la parte in basso è un “classico” olio su tela. Altre due opere, Città metallica I e II, richiamano un tipico borgo medievale, basato sulla verticalità, illuminato da una luna di alluminio martellato. C’è poi una ceramica, Torneo medievale, risalente al 1996-97, realizzata con tre tecniche differenti assemblate insieme.



Al piano superiore si possono ammirare due disegni a smalto su cartoncino provenienti dalla mostra Boston Como (2013), che rappresentano due cattedrali gotiche, e un’altra formella polimaterica proveniente da Bologna Arte Fiera, in ceramica assemblata con legno, raffigurante una dama in una Scena medioevale.


Molto suggestiva è poi Eclissi, una luna dal volto quasi umano la cui sfera fronteggia quella del sole.


Un’altra opera simile al cavaliere della prima sala è L’abbraccio, policroma, ricoperta da sabbie e resine epossidiche colorate, che ritrae un abbraccio tra un re ed una regina. Ci sono poi diverse scene raffiguranti scontri tra cavalli e cavalieri, esposte nella sala dei tornei. A seguire, una Madonna medioevale in legno dipinto e ceramica, accostati in un autentico dialogo materico. Salendo, una terza opera della serie in alluminio, accostata ad un palo dello stesso materiale, rappresenta un altro Guerriero in armatura. Alcuni lavori, in virtù dei particolari giochi di luce ed ombre che si vengono a creare, sono più o meno visibili nei diversi momenti della giornata. L’illuminazione verticale proveniente dalle feritoie enfatizza le textures e la matericità delle superfici.


La mostra è visitabile fino al 7 maggio il sabato e la domenica dalle 9.30 alle 18, con visite guidate ogni ora. Per info e contatti: 3920279675 – Info@slowlakecomo.com.
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