Intervista al musicista milanese: da protagonista della movida ad icona del lockdown
http://www.raffaelekohlerswingband.com
Raffaele Kohler è un grandissimo musicista ma, soprattutto, una persona squisita, carica di energia e di entusiasmo, con un sorriso contagioso e con un grande cuore. Animatore indiscusso delle serate milanesi con l’inseparabile trombonista Luciano Macchia e le diverse formazioni in cui milita (Raffaele Kohler Swing Band, Raffaele Kohler Swing Trio, Ottavo Richter, Slide Pistons e molte altre) ha collaborato con tantissimi artisti, tra i quali gli Afterhours, Moni Ovadia, la Banda Osiris, Andrea Parodi e i suoi Borderlobo.
La grande notorietà del trombettista (milanesissimo a dispetto del cognome di ascendenze germaniche), però, è esplosa durante il periodo del primo lockdown, nel marzo 2020. In occasione del primo flashmob del 13 marzo, in cui gli italiani avevano suonato e cantato dalle finestre e dai balconi, Raffaele aveva eseguito “O mia bela Madunina“, canzone- simbolo della città, e da quel giorno aveva preso l’abitudine, ogni pomeriggio alle 18, di suonare la sua tromba dalla finestra di casa, in via Fauché.
L’appuntamento, nel giro di breve tempo, era diventato popolare in città e in tutta Italia, grazie alla dirette Facebook, al punto che un giorno Kohler si è ritrovato un gruppo di giornalisti sotto casa, mentre il video della sua prima performance di solidarietà era, nel frattempo, divenuto virale.
In pochissimo tempo il video ha fatto il giro del mondo simboleggiando la speranza degli italiani di superare il difficile momento che il Paese stava attraversando. Così Raffaele è stato inserito in uno spot della Barilla con la voce di Sophia Loren ed è stato citato anche da Joan Baez che, il 18 marzo , aveva lanciato un messaggio d’amore e solidarietà all’Italia dopo essersi commossa guardando le immagini del trombettista.
In seguito Kohler ha preso parte a numerose iniziative di solidarietà legate alla pandemia; tra le tante, ricordiamo un suo intervento a Cantù, organizzato da Andrea Parodi nel luglio 2020, in cui il trombettista aveva portato la sua musica in diversi luoghi della città per rendere omaggio ai lavoratori (medici, infermieri, farmacisti, impiegati, volontari, agenti di polizia) dei servizi pubblici che non si erano mai fermati neppure nei giorni più bui del lockdown.
Anche quando, nei mesi delle varie “zone rosse” e “arancioni”, non era possibile esibirsi dal vivo, il musicista non ha mai interrotto la propria infaticabile attività, pubblicando con la sua “Raffaele Kohler Swing Band” ben due album, “Rondini” e “Una sera in balera”, nel giro di pochi mesi.

Ho conosciuto Raffaele a Corniglia, nell’estate 2018, in occasione di una sua esibizione all’Enoteca del Pirùn, uno dei tanti luoghi dove spesso è ospite, e da allora ho assistito a tantissimi suoi concerti. Un leitmotiv dei suoi show è la sua entrata a sorpresa: mentre il resto della band suona, Kohler fa il suo ingresso entrando dal fondo del locale, affacciandosi ad un balcone o scendendo le scale, se la location è all’aperto, tra gli applausi entusiasti del pubblico che riconosce immediatamente il potentissimo squillo del suo strumento.

In occasione di una delle sue ultime serate, durante una piacevole chiacchierata, gli ho rivolto qualche domanda.
Ciao Raffaele, ben ritrovato e benvenuto nel mio blog! Innanzitutto, vorrei chiederti se hai avuto dei maestri o dei punti di riferimento che ti hanno ispirato da ragazzo facendo nascere in te il desiderio di suonare.
Il mio amore per la musica e il desiderio di diventare musicista sono nati all’età di 12 anni, quando mia madre mi ha regalato la mia prima tromba. In seguito mio padre, che aveva una ricchissima collezione di dischi di jazz, me l’ha “passata”, e dunque ho avuto modo di ascoltare i lavori di tantissimi grandi maestri e di appassionarmi sempre di più, ma non ho mai avuto un artista preferito al quale mi sono ispirato.
Il periodo del lockdown dello scorso anno, e la pandemia in generale, sono stati estremamente sfavorevoli per i musicisti e per tutti i lavoratori legati all’organizzazione degli eventi dal vivo. Nel tuo caso invece, paradossalmente, sembra che questa situazione abbia avuto per te dei vantaggi: il fatto che tu abbia deciso di suonare da casa tua allietando i tuoi vicini ti ha, come sappiamo, reso famoso in tutta Italia e nel resto del mondo, rendendoti una figura-simbolo del potere “salvifico” della musica… cosa ne pensi?
Ho saputo del flashmob del 13 marzo e ho deciso di partecipare intonando le note della canzone -simbolo della mia città. Il giornalista Andrea Lattanzi di “Repubblica” ha pubblicato il video e poi è successo tutto ciò che si è detto. Non mi aspettavo che questo accadesse perché la mia idea iniziale era semplicemente quella di partecipare all’iniziativa di diffondere musica dalle finestre e dai balconi. In seguito ho continuato suonare tutti i giorni da casa mia, sempre alla stessa ora, rendendo omaggio ogni volta ad un artista diverso, reinterpretandone i successi.
Ho inoltre approfittato dei momenti in cui non era possibile fare musica dal vivo per registrare due album, per portare un po’ di allegria e la voglia di ballare anche nelle case. Fortunatamente, poi, ho potuto in seguito riprendere la mia attività a pieno ritmo. Posso solo dire di essere felice di aver aiutato le persone a stare meglio, di aver dato il mio contributo in un momento molto difficile.
Un’altra esperienza positiva che ho avuto nel periodo della chiusura è stato il concerto della Swing Band presso il Teatro Studio Melato a Milano il 21 dicembre 2020, che è stato trasmesso in streaming.

Vedendo che suoni ogni giorno in posti diversi e con musicisti e progetti differenti si ha l’impressione che tu sia superimpegnato e, al tempo stesso, che ti diverta molto in quello che fai, riuscendo nel contempo a trasmettere serenità ed allegria a chi ti ascolta. Ti ritrovi in questa affermazione?
Mi ci ritrovo pienamente. Sono sempre in giro, è vero, collaboro con numerosi musicisti e sono sempre a contatto con tantissime persone. Mi sento un privilegiato, perché lavoro divertendomi e facendo divertire chi mi sta vicino.
Tra i vari progetti, band, formazioni di cui fai parte ce n’è uno più importante o con il quale stai realizzando qualcosa di particolare?
Ho preso parte alla realizzazione dell’ultimo album di Luciano Macchia, “L’estate che va”, uscito di recente, mentre sul fronte della musica dal vivo ho una nuova formazione, gli “Slide Pistons”, con la quale propongo un repertorio più rock.

Quando non era possibile suonare dal vivo, hai realizzato, come si è detto, ben due album! Sembra davvero che la tua voglia di suonare e la tua energia siano inesauribili.
E’ proprio così, in effetti… “Rondini” è uscito il 13 novembre 2020, mentre la Lombardia era in “zona rossa” e “Una sera in balera” il 17 marzo 2021, in occasione del mio quarantesimo compleanno e con l’intento di essere il disco della “ripartenza”. In entrambi gli album sono presenti brani di mia composizione alternati a cover di brani celebri, strumentali o cantati e riarrangiati in chiave swing. Tra i vari pezzi originali, la title track “Una sera in balera” è dedicata alla mia compagna, Elisabetta Ferrari, che ha realizzato anche gli artwork degli album (oltre ai suoi disegni, ci sono le foto di Alessandrò Viganò, mentre la supervisione grafica è di Manuela Hüber). Entrambi i dischi sono distribuiti da IRD.
Grazie mille Raffaele, a prestissimo… a tutto swing!