D’Adda sarà tra i protagonisti del documentario di Rai 1 dedicato a Franco Battiato
Torno, ancora una volta, a parlare di Gianfranco D’Adda, musicista da 50 anni attivo sulla scena italiana e mio carissimo amico, in occasione di un evento d’eccezione che avrà luogo il prossimo 18 maggio, vale a dire la messa in onda su Rai Uno di un documentario di Angelo Bozzolino dedicato a Franco Battiato ad un anno dalla sua scomparsa. Gianfranco è stato contattato dal regista nel mese di marzo, pochi giorni dopo la mia prima intervista, pertanto ho avuto occasione di avere questa notizia in anteprima e in seguito l’onore di divulgarla in occasione della seconda parte dell’intervista, uscita qualche settimana fa.
D’Adda è inoltre uno dei personaggi che, per la sua vicinanza e la sua trentennale collaborazione con il cantautore siciliano, è stato incluso in due volumi recentemente usciti: Battiato – La stagione dell’amore di Enrico Impala e Battiato – Incontri di Giordano Casiraghi.


Il batterista e percussionista, fin dal 1969, anno in cui avvenne il suo incontro con Battiato, ebbe modo di dare un significativo contributo nella sua innovativa transizione artistica dalla musica leggera alla sperimentazione elettronica, attraverso la musica classica e la ricerca dei suoni mediterranei, tutti elementi di crescita sonora che furono poi costanti nella carriera del musicista. La collaborazione tra i due nacque, come ho già avuto modo di raccontare, in seguito ad una serata durante la quale Franco, insieme al suo impresario Guidi, assistette ad un’esibizione dei “Cristalli Fragili”, la band in cui allora militava Gianfranco. Le ritmiche di quest’ultimo vennero incluse nel primo 45 giri di Battiato, Vento Caldo. Negli anni successivi, quando il cantautore diede vita ai suoi progetti di musica sperimentale, i brani degli album Fetus e Pollution vennero eseguiti dal vivo per la prima volta al Teatro La Torre di Rescaldina, cittadina di cui il batterista è originario. Gianfranco D’Adda fu poi protagonista in centinaia di date live nei tour di Battiato in Italia, in Francia e in Germania. Tra le innumerevoli esperienze che i due ebbero modo di condividere merita sicuramente una citazione la partecipazione al festival organizzato dalla rivista underground “Re Nudo” all’Alpe del Vicerè nel giugno 1973, in cui l’esibizione di Battiato viene ricordata soprattutto perché fu lui a fornire l’impianto e la strumentazione necessari per lo svolgimento del concerto.
Tra i due musicisti si stabilì fin da subito una grande sintonia e i due ebbero la possibilità non solo di vivere insieme vicende artistiche molto significative, ma anche di confrontarsi su tematiche personali e di carattere spirituale. Testimonianza di quasi trent’anni di amicizia e collaborazione è la ricca collezione di oggetti e di gadgets che Gianfranco conserva: oltre ai dischi, agli strumenti musicali e al materiale d’archivio, la tuta indossata da Franco all’epoca di Fetus, la maschera del 1972 che raffigura il suo volto e il poster pubblicitario per il divano Busnelli. D’Adda ha suonato negli album o nei tour di Fetus, Pollution, Sulle corde di Aries, Clic e Mademoiselle le Gladiator; in seguito ha preso parte a produzioni degli anni ’80 come Up Patriots To Arms, Orizzonti perduti, Mondi lontanissimi e Echoes of Sufi Dance. Il musicista è ancora oggi in piena attività artistica e discografica in qualità di percussionista nell’ensemble “Renato Franchi & His Band”. Gianfranco, infine, sarà tra i protagonisti di un evento-tributo a Battiato che si terrà il prossimo 28 maggio al cineteatro Gloria di Como.
Nel documentario “Il coraggio di essere Franco”, preannunciato in questi giorni dalla stampa e da alcuni spot televisivi, compariranno oltre a D’Adda anche altri personaggi che hanno collaborato con Franco e con lui hanno condiviso un rapporto di profonda amicizia. Morgan e Alice approfondiranno gli aspetti più̀ significativi del Battiato musicista e compositore, autore di liriche indimenticabili come Centro di gravità permanente o La Cura. Vittorio Sgarbi si esprimerà in merito all’attività di Battiato pittore, mentre Sonia Bergamasco e Willem Dafoe parleranno del Battiato cineasta, regista di cinque lungometraggi – Perdutoamor (2003), Musikanten (2005), Niente è come sembra (2007), Attraversando il Bardo (2015) e l’incompiuto Händel, viaggio nel regno del ritorno – oltre che di documentari e altre produzioni.
Attraverso un intenso lavoro di ricerca negli archivi della RAI, della Cineteca di Bologna, della Universal Music, degli archivi fotografici ufficiali e privati della famiglia e le numerose riprese inedite nelle case di Milano e di Milo, oltre che nei luoghi della spiritualità̀ vicini alla sensibilità del cantautore, il documentario vuole delineare anche un ritratto intimo dell’artista. L’attore Alessandro Preziosi guiderà il pubblico, tenendo le fila del racconto, attraverso le tappe principali della sua carriera e della sua vita. E’ stata interpellata anche la nipote di Battiato, Cristina, sua erede universale, e hanno fornito le loro testimonianze il giornalista Marco Travaglio, i cantautori Giovanni Caccamo e Luca Madonia, lo scrittore Antonio Scurati, i direttori d’orchestra Carlo Guaitoli e Antonio Ballista, il manager Francesco Cattini, i discografici Stefano Senardi e Bruno Tibaldi, il monaco Massimo Stordi e Padre Guidalberto Bormolini, gesuita e padre spirituale di Battiato. La figura di Gianfranco D’Adda, tuttavia, risulta essere una delle più significative per la durata della reciproca collaborazione e per il fatto che il batterista affiancò il cantautore proprio nel suo momento di transizione dall’esordio nella musica leggera verso la sperimentazione musicale e artistica dei primi anni Settanta.
