La storia della radio “pirata” più famosa della storia raccontata da Grant Benson, uno dei protagonisti della sua epopea

Molti conoscono la storia di Radio Caroline, l’emittente “pirata” inglese che, negli anni Sessanta, rivoluzionò in Inghilterra e successivamente in tutta Europa il mondo della radiofonia, dando finalmente spazio, nei palinsesti, alla musica rock e beat. La vicenda della radio che, per evitare la legislazione britannica, trasmetteva da una nave al di fuori delle acque territoriali ha ispirato anche il film I Love Radio Rock (The Boat That Rocked) di Richard Curtis (2009). Meno noto è, invece, quanto avvenne successivamente alla messa al bando dell’emittente libera più famosa della storia che, in tempi recenti, esattamente 4 anni fa, il 12 agosto 2017, ha ripreso a diffondere i suoi programmi, che possono essere ascoltati anche in Italia, in streaming, sul sito http://www.radiocaroline.co.uk.

Grant Benson (ph. Nicola Maspoli)

Testimone di questa lunga avventura è Grant Benson, speaker radiofonico britannico che, negli anni Ottanta, iniziò la sua carriera proprio sulla nave da cui Radio Caroline, in acque internazionali, trasmetteva i suoi programmi. Benson ha proseguito la sua attività lavorando in diversi network per poi, due anni fa, fondare Radio Morcote International nella cittadina ticinese, soprannominata “La Perla del Ceresio”, dove risiede. Ma lasciamo che sia lui stesso a raccontare come nacque Radio Caroline e come si è evoluta nel tempo.

Grant Benson a bordo della Ross Revenge negli anni ’80

Radio Caroline nacque nel 1964 per iniziativa di Ronan O’Rahilly, un irlandese che veniva da una famiglia benestante e che nei Sixties gestiva un paio di locali a Londra: era un periodo di grande fermento, cioè quello della Swinging London. La cultura giovanile, però, non era rispecchiata dai mass media dell’epoca” ricorda Benson. “La BBC aveva tre canali radiofonici che diffondevano notizie, sport, documentari, musica classica e musica cosiddetta ‘leggera’ che però era rappresentata da personaggi come Frank Sinatra e Bing Crosby, che non erano certo gli idoli dei teenagers”.

O’Rahilly era il manager di Georgie Fame e voleva che le emittenti radiofoniche facessero passare i dischi di questo artista, ma ciò non avveniva, a causa del rifiuto da parte dei gestori. Fu così che Ronan decise di dare vita egli stesso ad una radio, per poter trasmettere la musica amata dai giovani, come quella dei Beatles e dei Rolling Stones. I suoi genitori erano armatori, così per lui non fu difficile acquistare una nave, chiamata Mi Amigo, che ribattezzò MV Caroline, e nel marzo del 1964 cominciò le trasmissioni. Sfruttando una lacuna normativa, il giovane irlandese poté aggirare il monopolio delle frequenze radiofoniche che impedivano di diffondere programmi indipendenti: nelle acque internazionali, infatti, l’unica legge a cui si era sottoposti era quella dello Stato in cui la nave era veniva registrata. Il successo fu immediato e, dopo pochi mesi, la neonata emittente superava gli 11 milioni di ascoltatori. Non solo: sull’esempio di Radio Caroline nacquero moltissime altre radio libere, tra cui la più famosa fu Radio London. Il governo non vedeva questo fenomeno di buon occhio ma lo Stato inglese non era dotato di una legislazione che potesse impedire le trasmissioni.”

Quali erano i rapporti tra Caroline e le case discografiche, visto che si trattava di trasmissioni “non ufficiali”?

La musica trasmessa dalle radio libere era quella della nuova scena inglese (Beatles, Rolling Stones, Kinks, Who e tanti altri) ed era diffusa nelle versioni originali, violando il copyright. Le emittenti pirata non pagavano i diritti d’autore, per cui le case discografiche pubblicamente ne criticavano l’operato, ma poi fornivano loro tutti i dischi sottobanco, addirittura in anteprima rispetto alla BBC. Le stesse band non avevano nulla in contrario: anche se nulla veniva loro corrisposto dalle radio, il guadagno in termini di popolarità e l’aumento nella vendita dei dischi grazie ai passaggi radiofonici furono decisivi per far conoscere al pubblico la loro musica. George Harrison, ad esempio, era un grande sostenitore di Caroline e più volte offrì dei finanziamenti.

Quanto tempo durò l’epoca d’oro di Caroline?

“Nel 1967 il Governo inglese varò una durissima legge, chiamata Marine Broadcasting Offences Act, che puniva severamente le radio pirata. Era vietato lavorarci, fare pubblicità e avere a che fare, in tutti i sensi, con queste emittenti. Tutte le stazioni chiusero, tranne Caroline, che decise di sfidare il Governo continuando a trasmettere e che riceveva rifornimenti (per la sopravvivenza degli stessi DJ che lavoravano a bordo) dall’Olanda. Il 31 dicembre, la notte dell’entrata in vigore della legge, si stima che Caroline, senza più rivali sull’etere, raggiunse 20 milioni di ascoltatori.”

In seguito, però, le cose cambiarono…

“L’impatto delle radio libere fu tale che persino la BBC, di fronte alle proteste del pubblico, lanciò una nuova stazione, Radio 1, dedicata alla musica pop. Molti dj ‘pirati’ furono assunti nel nuovo canale della rete pubblica. Da questo momento in poi le vicende di Radio Caroline furono alterne. Nel 1991, durante una forte temporale, si spezzò la catena dell’ancora e la Ross Revenge, l’imbarcazione da cui trasmetteva, finì su un banco di sabbia. I DJ e l’equipaggio furono salvati da un elicottero della RAF, ma la vita in ‘alto mare’ di Radio Caroline ebbe termine. Le trasmissioni continuarono via satellite dal 1998 al 2013 e successivamente dal web”.

In quale periodo hai lavorato a Radio Caroline?

“Sono arrivato sulla nave nel 1984 e ci sono rimasto per due anni, fino al 1986. In teoria la permanenza a bordo doveva essere di un mese, ma spesso, a causa delle intemperie nel mare del Nord, si restava anche per 6 mesi. A bordo eravamo una decina di persone, tra speaker, tecnici, marinai e cuochi. A me personalmente quest’esperienza ha dato tantissimo. Radio Caroline è considerata tuttora una realtà quasi mitica, uno dei simboli della Swinging London e ogni volta che mi sono presentato nel mondo del broadcasting in qualità di ex speaker di Caroline mi si sono aperte tutte le porte!”

Quattro anni fa, poi, la radio ha ottenuto finalmente dal governo la possibilità di trasmettere liberamente e tu sei stato uno dei protagonisti di questo “revival”…

Nel 2017 Caroline ha ottenuto per la prima volta un’autorizzazione ufficiale a trasmettere in AM (su una delle frequenze della BBC) da parte del governo britannico. In occasione di questo evento, è stata organizzata una trasmissione celebrativa di 3 giorni (11, 12, 13 agosto 2017) di nuovo in diretta dalla Ross Revenge, ristrutturata per l’occasione e attraccata nel fiume Blackwater (Essex), vicino all’estuario del Tamigi. In seguito ho avuto modo di condurre alcuni programmi per Caroline trasmettendo proprio da qui, da Morcote.

Come sei arrivato in Svizzera?

Mi sono trasferito prima in Liguria, poi ho lavorato a Milano a Rete 105 e RTL 102.5. Rete 105 aprì una filiale a Basilea, nella Svizzera tedesca, e venni mandato a gestire l’emittente lì per un paio d’anni. Poi sono tornato in Italia e in seguito, per motivi personali, mi sono trasferito in Svizzera.

Grant Benson alla mostra “The Long Road to Rock” a Morcote (ph. Nicola Maspoli)

Due anni fa, poi, è nata Radio Morcote International…

La radio è nata durante il lockdown, quasi per gioco, ma con il supporto del Comune e con il gradimento degli ascoltatori è cresciuta molto. Abbiamo cominciato trasmettendo da casa, con le attrezzature che avevamo a disposizione, realizzando due o tre programmi, poi pian piano gli ascolti sono andati alle stelle e diverse grosse aziende ci hanno chiamato per fare pubblicità. È una web radio ascoltabile attraverso le app dedicate, ma abbiamo anche un accordo con Swisscom (compagnia telefonica elvetica, ndr) che consente anche l’ascolto da casa in tutta la Svizzera. Quest’estate abbiamo collaborato all’organizzazione di molti eventi musicali e abbiamo in serbo molte altre sorprese, che però per scaramanzia non posso svelare al momento.

Grant Benson e Daniela Moroni a Radio Morcote International

Ringrazio Grant Benson per il suo interessantissimo racconto… ci rivedremo sicuramente a Morcote, che quest’anno si è rivelata come una delle capitali del rock in Canton Ticino! A presto…

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