L’illustratore ha realizzato un calendario dedicato all’attore e un libro sul cantautore, entrambi in uscita a novembre

Quest’anno ricorrono 90 anni dalla nascita di Gian Maria Volonté, mentre nel 2024 verranno ricordati i 30 anni dalla sua scomparsa. Un momento importante, dunque, quello attuale, per rendere omaggio a un attore straordinario ed unico per la propria capacità di immedesimazione, qualità che lo rese versatile interprete delle pellicole di registi come Sergio Leone, Carlo Lizzani, Elio Petri, Francesco Rosi, Damiano Damiani, Marco Bellocchio, Giuliano Montaldo e moltissimi altri.

Il disegnatore Maurizio Di Bona, in arte The Hand, si è fatto promotore di un’originale iniziativa, realizzando un calendario illustrato per il 2024 in cui ha rievocato dodici personaggi memorabili interpretati dal grande attore, uno per ciascun mese dell’anno. Volonté è stato così ritratto dall’illustratore nei panni di El Indio nella “trilogia del dollaro” di Sergio Leone, di Bartolomeo Vanzetti in Sacco e Vanzetti di Giuliano Montaldo, di Enrico Mattei, a cui è dedicato l’omonimo film di Francesco Rosi, dell’operaio Lulù  ne La classe operaia va in paradiso, diretto da Elio Petri, del controverso commissario-assassino in Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto del medesimo regista, e in altri ruoli che lasciamo scoprire a chi vorrà acquistare il prodotto, la cui uscita è prevista per il prossimo 10 novembre (EF Edizioni, 25 Euro, tiratura limitata, disponibile per la prevendita sul sito www.efedizioni.com).

Maurizio Di Bona, classe 1971 e napoletano d’origine, ha iniziato a dedicarsi alla grafica e all’illustrazione operando in diverse agenzie e diffondendo i suoi lavori anche al di fuori dei confini nazionali, in Germania, Irlanda e Polonia, dove attualmente vive. Tra le sue creazioni spiccano le illustrazioni realizzate per Beppe Grillo e per Dolores O’Riordan dei Cranberries, ma è anche autore di numerosi libri tra i quali Chi ha paura di Giordano Bruno? (Mimesis, 2006), Cose da runners (Becco Giallo, 2016), È tutto un manga manga (EF Edizioni, 2020), Supereroi (EF Edizioni, 2022) e di un volume dedicato a Franco Battiato, Battiato l’alieno, che uscirà a novembre, in contemporanea al calendario su Volonté, per i tipi di Mimesis Edizioni

Ho avuto occasione di porre alcune domande a Maurizio sulla sua attività, sui suoi ultimi lavori e sui suoi progetti futuri. Ecco cosa ci siamo detti.

Buongiorno Maurizio, benvenuto nel mio blog. Leggo nella tua biografia che sei un autodidatta, poiché hai iniziato a disegnare “rubando con gli occhi” dai cartoni visti in TV e dalle tavole dei grandi del fumetto. Quando hai capito che la grafica e l’illustrazione sarebbero state la tua strada? E quali sono gli autori e i fumettisti che ti hanno ispirato o che hanno costituito per te dei punti di riferimento?

In realtà io sognavo di fare il regista! (ride) E continuo a interrogarmi sulla strada che ho intrapreso, soprattutto quando c’è da trovare l’editore “giusto” da convincere per questo o quel progetto, o quando sono sotto scadenza e sul tavolo c’è ancora una marea di disegni da completare. Forse dovrei concludere che la strada è sbagliata e considerato che i conti non tornano mai, cambiare mestiere: fare l’idraulico, ad esempio. Invece ostinatamente proseguo, perché il processo creativo dall’idea all’oggetto finito continua a suscitare in me “dipendenza” e soddisfazione. Non riesco a smettere! Sui riferimenti, ho guardato e continuo a guardare tutto quello che mi passa sotto mano e davanti agli occhi. C’è sempre da imparare. Ma volendo fare due nomi, ho sempre presente il tratto, le trovate geniali e la bellezza delle tavole di Dino Battaglia e Sergio Toppi.

Osservando il tuo portfolio, non ho potuto fare a meno di notare come molte illustrazioni ritraggano musicisti: hai anche realizzato un calendario, nel 2021, che raffigurava personaggi della storia della musica come John Lennon, Louis Armstrong, Ennio Morricone. E ricordiamo, naturalmente, la tua collaborazione con i Cranberries. Quale rapporto c’è tra la musica e la tua attività di cartoonist?

Di calendari per ricordare musicisti e rockstar che non ci sono più ne ho fatti 3… forse 4. Poi ci sono gli 80 chitarristi disegnati per un progetto su Jimi Hendrix, un fumetto su Björk andato perso chissà dove tra un trasloco e l’altro e un racconto seriale (Diane999) che parte da molto lontano e ruota intorno ad un’arpa. Forse suonerà un po’ banale, ma spesso disegno ascoltando musica e le due cose a un certo punto tendono a comunicare e contaminarsi. Certi suoni, frequenze e testi, come nel caso della compianta Dolores O’Riordan dei Cranberries – non so come succede, ma succede – vanno a suggerire storie e a tradursi poi in immagini.

Gian Maria Volonté è stato uno degli attori più carismatici e talentuosi del nostro cinema. Tu hai scelto di dedicargli ben due lavori: il calendario 2024 di prossima uscita e, nel 2006, il volume illustrato Chi ha paura di Giordano Bruno? Viaggio ragionato dentro il libro sul Nolano che non s’ha da scrivere né disegnare, con la prefazione di Giuliano Montaldo, regista del film dedicato alla figura del filosofo campano. Che cosa rappresenta Volonté per te, e che correlazione c’è (se esiste) tra questi due progetti?

Il film Giordano Bruno per me ha rappresentato tanto in un periodo in cui sono letteralmente sprofondato nei testi del filosofo di Nola. Mi ha portato ad interloquire con Giuliano Montaldo, che mi regalò la sceneggiatura del film e si prodigò nello scrivere la prefazione al libro che stavo realizzando. E mi ha portato ad incontrare la figlia di Volonté, Giovanna Gravina, che mi fece il più bel regalo quando mi disse che il padre si sarebbe divertito vedendosi immortalato nel fumetto. Su Gian Maria, francamente, non saprei come esprimermi: la lista degli aggettivi che me lo rendono caro è lunga. Mi sembra naturale dovermene occupare… e ancora, intendo. Sento di dover metter mano prima o poi al lavoro incompiuto (The Nolan is back) che prevede un Giordano Bruno redivivo, con il suo volto e la sua fisicità, così come era nel film di Montaldo. Faccio notare, infatti, che il libro a cui si accennava prima è in realtà il racconto di un’opera non realizzata, per l’appunto questa. E penso anche già ad un secondo calendario con altre 12 istantanee tratte dalla filmografia partendo da Sotto il segno dello scorpione dei fratelli Taviani, in cui Volonté si presentò sul set rapato a zero senza che i due increduli registi lo avessero richiesto. Se c’è correlazione tra i due lavori è altrove, nel mondo delle idee, dove tutto è già definito. Quando nel 2006 disegnavo i volti di Gian Maria, registravo divertito come anche nelle bozze certe sue espressioni fossero intense, e Montaldo me lo confermava. Ne modificai alcuni per invecchiare Bruno rifacendomi al personaggio di Felice, il vecchio che allena alla corsa il bambino nel film Un ragazzo di Calabria di Comencini, ma la cosa finì lì.

E veniamo ora ad un altro personaggio indimenticato, da molti considerato un maestro e sicuramente uno dei cantautori italiani più significativi: Franco Battiato. Il 2 novembre uscirà Battiato, l’alieno, che vuole mettere in luce l’indole più ironica dell’artista siciliano: catapultato nello spazio, egli può liberarsi, come tu stesso hai affermato, dall’aura da “guru serioso” che spesso gli è stata attribuita. Da dove è nata l’idea di raccontare Battiato per immagini e da un punto di vista “alternativo”?

Quanto Battiato sostenesse, fra le righe ma anche nero su bianco, la sua estraneità a questo mondo terreno o terrestre che dir si voglia, rimandando ad altre dimensioni e ad un “prima” e un “dopo” la parentesi sul pianeta Terra, in realtà io l’ho scoperto quando  il libro era già a metà. E questo rende l’intera vicenda ancor più divertente dell’ottica satirica in cui intendevo muovere il personaggio. La cosa si concretizza adesso, per una serie di coincidenze e di incontri, ma le prime vignette che ritraevano un Battiato “capovolto” rispetto ai canoni del personaggio ieratico e meditabondo risalgono ad un po’ di anni fa, quando vivevo in Germania. Ogni tanto me ne veniva in mente una, la disegnavo e la mettevo da parte. Il progetto si è andato allargando e trasformando via via un po’ per volta, fino ad essere abbandonato del tutto quando ho visto sfumare la possibilità di poter mostrare il lavoro a Battiato stesso ed anche la ricerca dell’editore si era chiusa in negativo. 

E poi?

L’anno scorso ho trovato finalmente il collaboratore perfetto per la parte scritta: Alessio Cantarella, catanese, amico di Franco e di Manlio Sgalambro, che ha raccolto  una miriade di ricordi di collaboratori, colleghi e artisti legati a Battiato. E Syusy Blady ha accettato di scrivere la prefazione, proprio lei, che in un fuori onda del documentario Attraversando il Bardo a Kathmandu invitava Franco a mostrarsi in video divertente e scherzoso come nel privato. Alla fine anche  il nodo dell’editore si è sciolto e ho ritrovato quelli di Mimesis, ben disposti a far volare in alto l’alieno in questione.

Dopo aver portato a compimento due importanti progetti per il 2023, che cosa hai in serbo per il nuovo anno? E ci sono lavori rimasti nel cassetto che auspichi possano rinascere a nuova vita in futuro?

Di cose abbozzate e lasciate a metà ce ne sarebbero tante: sono tempo, energie e risorse a non bastare mai. Oltre a quelle già menzionate, penso da tempo ad un sequel disegnato di Non ci resta che piangere e in ogni caso l’idea di far rivivere in qualche maniera Massimo Troisi potrebbe prescindere dal vincolo narrativo di quel film, anche per spaziare più in libertà. Ho scoperto poi proprio in questi giorni che Volonté aveva in mente un film su due anarchici da far girare ad Ettore Scola, e chiedeva che al suo fianco ci fosse proprio Troisi. Non oso immaginare quale opera straordinaria tra il poetico, l’epico e il grottesco sarebbe potuta venir fuori. Anzi la immagino! E ne parlerò alle matite una delle prossime notti!

Per saperne di più su Maurizio Di Bona:

http://www.mauriziodibona.it

http://www.thehand.it

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