Arte contemporanea a confronto: “We’re All Water” di Yoko Ono e “Conserve Relazionali” di Shifter

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Il vetro è il materiale migliore per conservare cibi, bevande e varie sostanze, è riciclabile e consente di identificare immediatamente il suo contenuto. Ma è possibile custodire simboli, sentimenti e relazioni in un barattolo trasparente? E qual è il colore delle emozioni?

La risposta a questi insoliti interrogativi può essere trovata nell’arte concettuale, che parla direttamente al nostro inconscio senza necessariamente passare attraverso la razionalità. Mi soffermerò, pertanto, sulle opere di due esponenti del panorama contemporaneo: la prima, Yoko Ono, non ha bisogno di presentazioni; la seconda, Shifter, è una mia carissima amica oltre che un personaggio del quale mi sono già occupata, tra l’altro proprio confrontando un suo lavoro con quello dell’artista giapponese (link all’articolo: https://marynowhere.com/2021/09/25/the-game-of-life/ ).

We’re All Water di Ono, realizzata per la prima volta nel 2006, consiste in una serie di barattoli in vetro trasparente riempiti d’acqua ed etichettati con nomi di persona. Nel 2007 la Galleria di Arte Moderna e Contemporanea di Bergamo ha avuto l’onore di ospitare questa opera nell’ambito di una mostra personale dell’artista, in occasione del Giorno della Memoria. Essa si componeva di tre installazioni: oltre a We’re All Water, erano presenti Pieces of Sky e l’,inedito Mother Earth. We’re All Water è anche il titolo di una canzone di Yoko del 1972, nella quale ella evidenzia come tutti gli esseri umani – innocenti e assassini, appartenenti a qualsiasi credo o schieramento politico – siano accomunati dalla stessa origine e dalla stessa destinazione:

We’re all water from different rivers
That’s why it’s so easy to meet
We’re all water in this vast, vast ocean
Someday we’ll evaporate together

L’opera omonima vuole veicolare il significato che l’acqua, proprio perché elemento essenziale della vita sulla Terra, indispensabile per tutti gli esseri, sia sinonimo di amore tra le creature. Racchiusa in un barattolo di vetro, essa si mantiene pura e incontaminata come il legame che unisce tutti gli uomini. L’installazione si compone di un numero variabile, a seconda delle differenti esposizioni, di vasi con coperchio che recano un’etichetta con il nome di altrettante personalità: musicisti come Jimi Hendrix, David Bowie, John Cage; leader politici – Hitler, G.W. Bush, Osama Bin Laden, Mandela; – artisti, come Van Gogh, Andy Warhol, Frida Kahlo; esponenti della scienza, del cinema, della letteratura, quali Stephen Hawking, Buster Keaton, Samuel Beckett, Pirandello… Alcune bottiglie, poi, hanno l’etichetta bianca, in modo che qualche visitatore possa apporre il proprio nominativo su di esse, entrando a far parte dell’opera.

Anche i soggetti prescelti variano a seconda delle mostre, che negli ultimi 15 anni hanno avuto luogo in diverse parti del mondo. Tutti i personaggi menzionati, oltre ad aver influenzato, in qualche modo, il destino dell’umanità, sono ovviamente accomunati dall’essere composti di acqua. Pertanto, qualsiasi sia il giudizio su di essi, è necessario sospenderlo, per raggiungere l’ideale della pace, da sempre al centro della ricerca di Ono. Finché esisterà il dolore nel mondo, non sarà possibile raggiungere la felicità personale. L’esperienza del singolo si lega, secondo l’artista, con quella universale, pertanto i processi di trasformazione individuale coincidono con quelli di trasformazione politica – questo era il medesimo significato alla base del bed-in e della campagna di pace War Is Over, realizzate con John Lennon.

Da un’opera di respiro universale passiamo ora ad una realizzazione intima e personale, che ha in comune con la precedente l’utilizzo di una serie di barattoli di vetro e l’idea di racchiudere in essi ciò che sfugge alla razionalità e che accomuna tutti noi: siamo fatti di acqua, è vero, ma anche di emozioni. E, a livello sinestetico, ciascuna sensazione può essere collegata, soggettivamente, ad un colore.

Secondo Shifter gli esseri umani sono simili a dei recipienti che, nel loro involucro, contengono materia emozionale, materia razionale e materia corporea. Il suo concetto di arte è onirico, legato al sogno e al potere dell’immaginazione e dell’inconscio che stabilisce legami inediti tra percezioni e sentimenti. L’essere umano, pertanto, è una sorta di vaso contenente emozioni che, in modo diverso, entrano in rapporto con l’esterno. Da questa riflessione è nata l’opera Conserve relazionali .

Essa si compone di sette vasetti di vetro privi di coperchio contenenti (tutti tranne uno) delle vernici colorate. Il primo contenitore, Invisibile, è vuoto ed esprime il sentirsi privi di scopo e di significato, ma nel contempo aperti a tutte le possibilità. Il secondo, Avvenire, rappresenta il legame tra passato e futuro, evocato dal verde: ognuno di noi è “figlio” delle proprie esperienze e le porta con sé lungo il proprio percorso. I giorni e lo scorrere del tempo sono rappresentati visivamente dal colore azzurro e si collegano alla lettera G, che per Shifter è azzurra. Le tre gocce di colore al di fuori del vaso suggeriscono i frammenti della nostra cronologia e lo svuotamento del contenitore è progressivo, come il consumarsi della nostra esistenza.

Il recipiente con il colore arancione si intitola Rapportarsi (la lettera R è legata a questa tonalità) è i “raggi” di vernice al di fuori di esso rappresentano il tentativo dell’individuo di mettersi in contatto con la propria rete di relazioni. Il vasetto di Fantasticare si rivolge invece verso l’osservatore, a voler alludere alla creatività dell’artista che si libera nel circostante con i vari colori, simili ad un arcobaleno, tra i quali predomina però il viola, connesso alla lettera F. In Soggezione la S è rossa, come la vernice prescelta, ma il vasetto si capovolge in cerca di protezione, correlativo del timore che cerchiamo di nascondere, ma non riusciamo a rinchiudere con un coperchio all’interno di noi stessi.

Infine, la lettera T di Temperamento è nera e rappresenta il carattere stesso dell’artista, molto istintivo. Shifter fa sua una affermazione di Alfred Kubin, Non si può sfuggire al proprio temperamento, ed il relativo recipiente è pieno fino all’orlo di vernice nera, a voler raffigurare la straripante vitalità di Sara, persona infaticabile sempre impegnata in nuovi progetti (ma anche la sua persona, fedele all’abbigliamento total black).

Per quanto nascano da un’esperienza soggettiva, tutte le opere d’arte, soprattutto quelle concettuali qui prese in esame, esprimono significati universali. È necessario lasciarsi guidare dal loro creatore nell’interpretazione del loro significato, ma in seguito il fruitore, entrando in rapporto con esse, potrà completarne la valenza, lasciando fluire le emozioni che esse suscitano ed in seguito rielaborandole, per giungere ad una maggior consapevolezza di sé e della realtà. L’elemento del vetro è fragile come la nostra esistenza e trasparente, cristallino come dovrebbe essere la nostra mente, mentre il liquido, che assume la forma del contenitore, è sfuggente come ciò che si sottrae al nostro controllo, e al tempo stesso resiliente, perché adattabile. In modi diversi, i lavori di Ono e quelli di Shifter non lasciano indifferente lo spettatore, ma suscitano in lui interrogativi e suggeriscono possibili risposte, da avvalorare in seguito all’interno della propria soggettività.